31 dicembre 2007

Le storie di tutti i giorni e di tutte le notti

QUESTA NOTTE UN VECCHIO CACCIATORE VEDRA' UN PEZZO DELLA SUA TERRA STACCARSI E DIVENTARE ICEBERG, IL VECCHIO CAPITANO DI UNA PETROLIERA NON CHIUDERA' OCCHIO PER COLPA DI UN SEGNALE SOSPETTO SUL RADAR, UN SOLDATO DI LEVA IMBARCATO SU UN SOTTOMARINO NUCLEARE ESPRIMERA' IL DESIDERIO DI TORNARE A CASA GUARDANDO UNA STELLA CADENTE, UNA DONNA VEDRA' LA SUA CASA DISTRUTTA DA QUELLA CHE SEMBRAVA UNA STELLA CADENTE, UN BAMBINO RESTERA' IMMOBILE PER NON SVEGLIARE IL MOSTRO SOTTO IL LETTO, UN ALTRO RESTERA' IMMOBILE PER NON SVEGLIARE IL MOSTRO DENTRO IL SUO LETTO, UN UOMO PENSERA' CHE I TRE MESI DATI DAL DOTTORE SONO SCADUTI IERI E SCOPPIERA' A RIDERE, UN PROFUGO SBARCHERA' SU UNO SCOGLIO IN MEZZO AL MARE PENSANDO DI ESSERE ARRIVATO IN EUROPA, UN UOMO TROVERA' L'ANIMA GEMELLA SU UNA CHAT, A SUA INSAPUTA L'ANIMA IN QUESTIONE SARA' MASCHIO, SPOSATO E PADRE DI TRE FIGLI, UNA DONNA SALTERA' DENTRO LA CASA IN FIAMME PER SALVARE IL SUO CANE, UN CANE SALTERA' DENTRO LA CASA IN FIAMME PER SALVARE LA SUA PADRONA, UN DISOCCUPATO DIFENDERA' LA SUA CASETTA DALLE RUSPE DI CHI VUOLE COSTRUIRE UN GRATTACIELO DI TRENTACINQUE PIANI, L'OPERATORE DEL NUMERO VERDE DI UNA NOTA AZIENDA ALIMENTARE DARA' CONSIGLI DI CULINARIA A DODICI INSONNI, DODICI MILIONI DI PESCATORI TIRERANNO LE RETI, MILLE DI LORO PESCHERANNO QUANTO TUTTI GLI ALTRI, UN UOMO SARA' RIPRESO DA UNA TELECAMERA MENTRE SVALIGIA UN CAVEAU, UN ALTRO SARA' RIPRESO DA UNA VIDEOCAMERA MENTRE LEGGE IL SUO TESTAMENTO, MILIONI PREGHERANNO PER LA PACE, MILIONI PER IL RACCOLTO, COMUNQUE TROPPI PER IL PROVINO AL REALITY, CENTO MILIONI SENTIRANNO UNO STRANO SCRICCHIOLIO, DIECI MILIONI PENSERANNO A UN LADRO, DUE MILIONI ALLA CASA CHE CROLLA, VENTI DI QUESTI ULTIMI AVRANNO RAGIONE, MIGLIAIA DI RAGAZZI DORMIRANNO SOTTO IL POSTER DI UN CANTANTE, PER CENTINAIA DI LORO SARA' MARILYN MANSON E AVRANNO GLI INCUBI, MIGLIAIA DORMIRANNO SOTTO IL RITRATTO DI UN LEADER RELIGIOSO, PER ALCUNI DI LORO SARA' HASSAN NASSRALLAH E FARANNO BUONA COMPAGNIA ALLE CENTINAIA DI PRIMA, UN MINATORE TROVERA' UN DIAMANTE DA NOVANTA CARATI E LO CONSEGNERA' AL SUO CAPO DA CUI RITIRERA' UNA PAGA DI NOVE DOLLARI, UN UOMO RIPENSERA' AL RISULTATO DELLE ELEZIONI E SI CHIEDERA' COME AVRA' FATTO IL SUO AVVERSARIO A ORGANIZZARE I BROGLI MEGLIO DI LUI.

Tratto da Internazionale n.725 del 28/12/2007

12 dicembre 2007

Chiazze d'olio...


[...] Perché credi che la mia porta sia sempre chiusa? Perché ho paura di aprirla, paura dei vostri silenzi e dei rumori del mondo. Ti sei sempre chiesto perché io non leggo i giornali e non vedo le notizie in tv. Per una semplice ragione: perché mi fanno paura. Mi sembrano una chiazza d'olio che progressivamente copre la realtà. Sono tutte storie di sangue e di distruzione, di odi e di minacce. E' un mondo senza buone notizie. E non credo che ci siano e qualcuno le nasconda. Credo che non siamo più in grado di fornirne a noi stessi. Produciamo gadget per consolarci e ci appassioniamo per futilità mentre le cose che contano vanno a puttane. Lì dentro, nella mia stanza, ho tutto quello che mi fa vivo. E ciò che manca lo cerco all'aria aperta, nelle persone che incontro, che imparo a stimare o ad amare. Nelle prodezze della natura e dei colori. Per il resto lì ho ciò che mi serve. Mi appassiono sul serio, ormai, solo alle grandi catastrofi, quelle che possono cambiare davvero il corso della storia e della vita. Dei piccoli slittamenti dell'olio verso di me preferisco non occuparmi. Vorrei fermarli, ma non so come. E allora li ignoro, mi separo dalla grande rete della comunicazione, ne costruisco una tutta mia. D'altra parte, papà, non vedi che i ragazzi vivono con le cuffiette? Le usano quando fanno dieci passi o la notte o quando si incontrano tra loro. Non vogliono concedere a questo tempo il lusso di farli diventare pazzi. Ci hanno tolto ogni speranza di condividere e ci hanno chiuso in un luccicante supermercato nel quale tutto si può comprare ma dal quale è impossibile uscire. [...]



Tratto dal romanzo di Walter Veltroni La scoperta dell'alba, Rizzoli

13 novembre 2007

Lezioni di giornalismo sul filo dell'ironia

Lo scorso 6 Novembre se n'è andato un grande interprete, osservatore e narratore del '900 italiano. Enzo Biagi. Faro integerrimo in un Paese, ahinoi, sempre più buio...






° Le verità che contano, i grandi princìpi, alla fine, restano sempre
due o tre: quelli che ti ha insegnato tua madre da bambino.

° La mia generazione trovava eccitante leggere la Divina Commedia con
le illustrazioni del Dorè. Adesso sui muri c'è scritto "Culo basso bye bye".
Capisce che è un po' diverso?

° I giornali sarebbero ansiogeni? Ma la Bibbia non comincia forse con un
delitto?

° Dopo due o tre apparizioni in video, qualunque coglione viene
intervistato, dice la sua e anche quella degli altri.

° Se Berlusconi avesse le tette farebbe anche l'annunciatrice!

° La "devolution", una parola che sembra inventata da Celentano.

° Il denaro arriva sempre quando non si ha più fame.

° Il bello della democrazia è proprio questo: tutti possono parlare, ma non
occorre ascoltare.




Pensieri e aforismi di Enzo Biagi, da City del 06/11/2007.
Immagine: logo del programma Il fatto di Enzo Biagi, in onda su Rai Uno dal 1995 al 2002.

12 novembre 2007

Cronache da una triste domenica romana

Ieri sera, non essendo a conoscenza degli scontri che erano in corso nella zona nord di Roma (zona che ben conosco per averla frequentata ai tempi della scuola e in cui sono spesso ancora oggi con gli amici), ho pensato bene di passare in macchina per Ponte Milvio tornando dal centro dove ero stato nel pomeriggio. Verso le venti, davanti allo stadio, dove pensavo di vedere tutto invaso dalle automobili parcheggiate per la partita (come sempre accade quando giocano in casa la Roma o la Lazio), trovo il deserto. Poi, sul Lungotevere di fronte a Ponte Duca d'Aosta, transenne in mezzo alla strada, pietre sanpietrini e "breccole" di ogni sorta, cassonetti ribaltati o fumanti, cocci di bottiglia...sono costretto a fare un autentico slalom. Accendo la radio e sento in diretta la descrizione del posto in cui mi trovo: esperienza surreale. Proseguo verso Ponte Milvio pensando che il peggio sia passato, ma comincio a vedere gente che corre all'impazzata verso di me: c'è appena stata una carica dei poliziotti davanti al bar dove spesso mi capita di andare per un aperitivo con gli amici. Per fortuna non questa domenica. Arrivo davanti al ponte e il panorama mi propone camionette di carabinieripoliziaguardiadifinanzavigiliurbani, fumogeni (lacrimogeni?), gente a volto scoperto e non che lancia oggetti di ogni tipo (sassi, sedie dei bar, cartelli stradali divelti) all'indirizzo dei militari schierati in tenuta antisommossa all'altezza del chiosco del cocomeraro al centro della piazza. Qualche pirla in macchina rallenta o addirittura si ferma a guardare la scena bloccando il traffico e me che vogliamo toglierci da lì il prima possibile proseguendo verso corso Francia. La morbosità della gente non conosce paura. Mentre temevo che qualcosa, dal cielo, colpisse anche me (non il Signore, per carità), il mio pensiero è andato a Luciano, il "pittoresco" proprietario di uno dei bar della zona, noto per i suoi modi non esattamente british; sapendo dalle notizie che arrivano dalla radio che nei pressi del suddetto bar qualche genio aveva dato fuoco a una macchina, me lo sono immaginato uscire fuori dal suo baretto con la pompa dell'acqua in mano a farsi giustizia da solo! Come quella volta che la usò per avvertire i giovani polacchi un po' alticci che erano seduti ai tavoli che lui stava chiudendo...
Che impressione vedere cose così agghiaccianti in luoghi a me così familiari. Nei luoghi dove ho passato buona parte della mia giovinezza. E che "strizza", per qualche istante...
Non ascoltando la radio si poteva credere che fosse scoppiata una vera e propria guerra civile. Incivile.
Il calcio, lo stadio, la morte di un giovane (che fosse un tifoso in trasferta è del tutto casuale a mio avviso) non sono che dei pretesti per espimere una carica di violenza inaudita.
Inermi, assistiamo sempre più spesso a spettacoli deprimenti e inaccettabili, causati dall'ignoranza di molti poveracci e dalla malafede di pochi potenti. L'unica cura profonda, certa ed efficace è la cultura, che piaccia o no. Continuare a dare colpi al cerchio non può evitare per sempre che la botte si sfasci.

10 novembre 2007

Le parole d'autunno

Lungo silenzio. Il tempo è scandito da un rumore di sottofondo di lavatrice in funzione e dal ticchettio incessante di un qualche orologio appeso chissà dove. R non se ne capacita, e ci mette qualche secondo a capire che non si tratta del suono delle lancette di un orologio bensì della classica goccia che cade dal rubinetto nel lavandino della cucina. Paperino non chiudeva occhio per molto meno!

Basta tuffarsi fuori dalla notte per cavare dall'aria intorno saporiti spicchi di autunno.

C'è pure vento. Prende a schiaffi una busta di plastica impigliata nella ringhiera del balcone di casa di F. L'inesprimibile senso di vuoto a rendere, o a perdere, affolla la mente di R alla ricerca di un'ispirazione, un segno in grassetto sul marciapiede che suggerisca nuove coordinate. Non ci sono che dune all'orizzonte, tutte uguali. Le cose più interessanti di questi giorni non sono state fermate su un pezzo di carta, e sono scappate via. Forse è stata una scelta volontaria, seppur inconscia. ILLUSTRE PERSONAGGIO SIMBOLO DI LIBERTA' NON SOSTITUIBILE PERDONSI TRISTEMENTE. Caspita! Non ci voleva, R e tanti altri non riuscivano a crederci, quasi.

L è qui, era e sarà altrove. Ma la questione è forse più grande e arzigogolata. Che succede nel "muscoletto bicamerale" nel petto di R? Houston chiama Apollo. Quanto ci vorrà per ripensare, rivedere, ricredere, avere qualche piccola traccia di shine nelle sue membra...? Abbraccio. Forte.

Tempo.

Una stagione sgrammaticata e claustrofobica cercherà di inghiottire i nostri eroi, ne rosicchierà la scorza infreddolita per succhiarne poi lentamente il dolce succo malinconico che circola negli organi più interni. Buongustaio questo autunno parco di emozioni, avaro di consigli, pavido nelle scelte. D'ora in poi si dovranno scegliere le mattonelle giuste su cui poggiare i piedi, godendosi sempre ogni passo, giorno dopo giorno dopo giorno...

L'autunno è nella mente, non nelle foglie.

21 ottobre 2007

Due terzi (o ciò che manca)

Nonostante il freddo becco, nonostante l'eccesso di pizzasalumicaffè degli ultimi dieci giorni, R porta a compimento progetti autunnali in un autunno assenteista. Improvvisamente tutto buio, nella mente, nell'aria. Una nuova tela da pittare e molti colori vivaci, nonostante tutto. Bene. "Una rana saltò in un secchio" è ciò che R non ha capito, ma gli va bene così; è bene rimanere con un po' di foschia negli occhi. Tutti buffoneggiano, e fanno bene. Altrimenti il mondo si riduce a freddo, freddo e basta, nella mente e nell'aria. E spesso non ci sono neanche pizzasalumicaffè a scaldare le giornate malconce e le domeniche senza far niente. Tutto sembra diviso in tre parti.
R non sa più spiegarsi, ma forse un po' riesce a capirsi...ed è già a un terzo dell'opera.

01 ottobre 2007

Scegliere?


Scegliere. I punti in cui il percorso cambia, devia, si ferma; da cui il ritmo aumenta, decresce, si arresta.
Bruciati gli ultimi venti giorni, R cerca di capire cosa farsene del mucchietto di cenere che potrebbe ricavarne. Lasciare che uno scherzo di vento gliela soffi sulla faccia, aggiungervi acqua per farne una nuova sostanza da modellare, oppure spargerla sul terreno affinché divenga al più presto fertile e pronto ad ospitare nuovi germogli.

Traiettorie ancora indecifrabili tracciate sul grafico progettuale di un sommesso mese di Ottobre, scosse virali che fanno sudare e contrarre i muscoli delle spalle. Le parole di R sono ancora troppo poche, le azioni/reazioni anche. Queste però cominciano a godere dell’istintività, e non più così di rado sfuggono dalle briglie. I conti si faranno poi. I conti. Ora è il tempo di massaggiarsi il viso al mattino e sentirsi tirati da un filo sottile e resistente che esce dal petto. O anche lasciar stare il viso, e il filo cercare di riavvolgerlo il più velocemente possibile.

Scegliere?

???

Se solo sapesse, R; se anche solo un pezzetto della sua verità fosse il reale, il futuro…

Per adesso R spera soltanto che lo scherzo si riveli divertente.



29 settembre 2007

Saturday morning, and who's gonna play with me?

Una bella mattinata.
Non è il momento di dire qualcosa; non è il momento di aggrottare le sopracciglia per vedere, ascoltare, capire; è il momento di attendere sereni che i fiocchi di neve si adagino delicatamente sull’asfalto. Poi godersi lo spettacolo della materia che si trasforma. L’acqua rifletterà la luce, laverà le superfici, si contaminerà. Solo più tardi, la sera, qualcosa sarà svelato. Oppure scegliere di addormentarsi e guardare fuori all’indomani, quando sembrerà che il sole caldo abbia cancellato via tutto…e scoprire meravigliati che qualche traccia, apparentemente misteriosa e imperscrutabile, è rimasta. Si è aggrappata al presente per consentire che il viaggio prosegua…




La vignetta è di Schulz.

05 settembre 2007

Verso il V-Day...

L'iniziativa promossa da Beppe Grillo che avrà luogo l'8 settembre ("un giorno di informazione e di partecipazione popolare") mi ha riportato alla mente alcuni brani di Pier Paolo Pasolini che mi sono ricapitati sotto gli occhi sfogliando il libro Pasolini - Un delitto italiano di Marco Tullio Giordana (ed. Mondadori); già nel lontano 1975, poco prima della sua morte, egli chiedeva, dalle pagine dei giornali, che si svolgesse un Processo per l'intera classe dirigente italiana per:


...indegnità, disprezzo per i cittadini, manipolazione del denaro pubblico,
intrallazzo con i petrolieri, con gli industriali, con i banchieri, connivenza
con la mafia, [...] distruzione paesaggistica e urbanistica dell'Italia,
responsabilità della degradazione antropologica degli italiani, responsabilità
della condizione, come suol dirsi, paurosa delle scuole, degli ospedali, e
di ogni opera pubblica primaria, dell'abbandono "selvaggio" delle campagne,
dell'esplosione "selvaggia" della cultura di massa e dei mass-media, della
stupidità delittuosa della televisione...
*

Non credo di scoprire nulla di nuovo nel notare quanto queste parole siano ancora oggi, ahimè, di grande attualità, come del resto molti altri interventi di Pasolini a proposito dei problemi e delle condizioni del nostro Paese e delle sue istituzioni.





*Su "Il Mondo" del 28/08/1975, raccolto in P.P. Pasolini, Lettere luterane, Torino 1977, p. 115

27 agosto 2007

L e i pensieri di fine Agosto

Succede sempre al momento sbagliato.
L'estate di questa estate, ancora difficile da raccontare, sfuma pian piano verso l'inespicarsi di un autunno solo apparentemente lontano, pieno di presunte sollecitazioni psico-fisiche, di punti di domanda.
La DOMANDA però non riguarda solo cose future, è una comparazione col passato...: cosa è cambiato di R non tanto dall'anno scorso, piuttosto da quattro cinque anni fa?
Quali e quanti indiscutibili passi (steps) sono passati tra i venti e i venticinque?
Per adesso nella bisaccia ci sono nuovi luoghi vissuti ed esperienze, nuovi volti, L.
Domani segna la fine di un'altra strada, che rimane lì, coi lavori d'agosto ancora in corso, con pochi segnali ad indicare le deviazioni. Un'altra sostanza impossibile da afferrare e forse proprio per questo magnifica. L'aria diversa che scivola via e si rimescola con l'aria di prima, come nella migliore tradizione di R, porta un dolce sapore malinconico che per un attimo gli fa dimenticare gli ultimi giorni di influenza, il sapore amarognolo della medicina sotto l'incessante caldo romano.
Forse il MOMENTO GIUSTO è la vera "chimera".

19 luglio 2007

E (part #1)

Abbiamo parlato di:
Carne e vegetariani (lei è un tipo “vorace”…solo nel mangiare?)
Fisioterapia e problemi fisici vari tra cui quelli alla schiena derivanti da quelli ai denti
Opportunità dell’esistenza dei reality shows
Amore (in varie forme e sfaccettature)
Bugie
Diari segreti, taccuini e foglietti volanti con gli appunti
Pizza tonno e cipolle
Come mi dovrei vestire (il mio stile)
La pochezza del mio blog e la mia riservatezza
Persone varie conosciute a entrambi
Alcune sue fotografie
Lavori che abbiamo fatto
Curiosare sulle persone su internet
Come ci siamo conosciuti
Avere 25 anni e sentirsi quindicenni nello spirito
Cosa so cucinare
Quale colore sia meglio per i suoi capelli
Dare e ricevere sigarette
Il tipo di ragazzo che le piacerebbe trovare
Le cose che penso di me
La forma delle nostre facce
La parlata veneta e quella milanese
Milano
Il suo migliore amico
La mia migliore amica
Andare a vivere all’estero
Qualche progetto a breve per il futuro
Mercatini dell’usato
Come salvare il mio numero sul cellulare
Matematica

e altro ancora…

Domande:
Come si chiama il colore dei capelli di ora?
Come e se è mutata l’idea che aveva di me?
Chi sono le persone a cui vuole bene?
Quando ci rivedremo?
Il mio blog è davvero così poco interessante?



See you soon!
See you soon!

16 luglio 2007

Accetta il consiglio


Goditi potere e bellezza della tua gioventù, non ci pensare. Il potere di bellezza e gioventù lo capirai solo una volta appassite. Ma credimi, tra vent’anni guarderai quelle tue vecchie foto, e in un modo che non puoi immaginare adesso. Quante possibilità avevi di fronte e che aspetto magnifico avevi; non eri per niente grasso come ti sembrava. Non preoccuparti del futuro, oppure preoccupati, ma sapendo che questo ti aiuta quanto masticare un chewing gum per risolvere un’equazione algebrica. I veri problemi della vita saranno sicuramente cose che non ti erano mai passate per la mente, di quelle che ti pigliano di sorpresa alle quattro di un pigro martedì pomeriggio. Fa una cosa ogni giorno che sei spaventato: canta! Non essere crudele col cuore degli altri, non tollerare la gente che è crudele col tuo. Lavati i denti. Non perdere tempo con l’invidia. A volte sei in testa, a volte resti indietro; la corsa è lunga, e alla fine è solo con te stesso. Ricorda i complimenti che ricevi, scordati gli insulti; se ci riesci veramente, dimmi come si fa! Conserva tutte le vecchie lettere d’amore, butta i vecchi estratti conto. Rilassati. Non sentirti in colpa se non sai cosa vuoi fare della tua vita: le persone più interessanti che conosco a ventidue anni non sapevano che fare della loro vita, i quarantenni più interessanti che conosco ancora non lo sanno. Prendi molto calcio. Sii gentile con le tue ginocchia: quando saranno partite ti mancheranno. Forse ti sposerai o forse no, forse avrai figli o forse no, forse divorzierai a quarant’anni, forse ballerai con lei al settantacinquesimo anniversario di matrimonio; comunque vada, non congratularti troppo con te stesso, ma non rimproverarti neanche: le tue scelte sono scommesse, come quelle di chiunque altro. Goditi il tuo corpo, usalo in tutti i modi che puoi, senza paura e senza temere quel che pensa la gente: è il più grande strumento che potrai mai avere. Balla, anche se il solo posto che hai per farlo è il tuo soggiorno. Leggi le istruzioni anche se poi non le seguirai. Non leggere le riviste di bellezza, ti faranno solo sentire orrendo. Cerca di conoscere i tuoi genitori, non puoi sapere quando se ne andranno per sempre. Tratta bene i tuoi fratelli, sono il miglior legame con il passato e quelli che più probabilmente avranno cura di te in futuro. Renditi conto che gli amici vanno e vengono, ma alcuni, i più preziosi, rimarranno. Datti da fare per colmare le distanze geografiche e gli stili di vita perché più diventi vecchio più hai bisogno delle persone che conoscevi da giovane. Vivi a New York per un po’, ma lasciala prima che ti indurisca; vivi anche in California per un po’, ma lasciala prima che ti rammollisca. Non fare pasticci coi capelli, sennò quando avrai quarant’anni sembreranno di un ottantacinquenne. Sii cauto nell’accettare consigli, ma sii paziente con chi li dispensa. I consigli sono una forma di nostalgia: dispensarli è un modo di ripescare il passato dal dimenticatoio, ripulirlo, passare la vernice sulle parti più brutte e riciclarlo per più di quel che valga. Ma accetta il consiglio, per questa volta…

Tratto dal film The Big Kahuna di John Swanbeck (1999)

23 giugno 2007

Cronache universitarie #1

Vicenda realmente accaduta, secondo leggende metropolitane, durante un esame universitario...

Professore: "È in grado di dirmi quale organo dei mammiferi riesce, una volta eccitato, a raggiungere dimensioni pari a sei volte le dimensioni dell'organo a riposo?"
Studentessa: (arrossendo terribilmente) "Non saprei..."
Professore: "Non lo sa proprio? Ci pensi, non è difficile!"
Studentessa: (sempre più a disagio) "Non mi viene in mente niente..."
Professore: "Su, pensi alla vita di tutti i giorni..."
Studentessa: (in grave imbarazzo) "Beh..."
Professore: "Forza signorina, si butti!"
Studentessa: "Il pene?"
(Scoppia un boato nell'aula)
Professore: (calmissimo) "Complimenti a lei e al suo fidanzato, signorina. Comunque l'organo è la pupilla."

03 giugno 2007

Tratti da artista...

L'artista non vi guarda mai dritto negli occhi, ma sempre in modo torbido, confuso; non ha certo lo sguardo da sparviere dell'osservatore o quello da falco dell'ufficiale di cavalleria. Questo dipende dal fatto che lui nello stesso tempo vede i tratti vostri e quelli di un Ercole di gesso che sta nella sua stanza, oppure concepisce la sua prossima opera. Per questo stesso motivo risponde spesso incoerentemente, a volte a sproposito, e tutte queste idee che gli frullano in testa aumentano ancora di più la sua timidezza. A questa categoria di persone apparteneva il giovane da noi descritto, l'artista Piskarev, schivo e timoroso, ma capace di sentimenti che al momento giusto avrebbero potuto causare un incendio.


tratto dal racconto La Prospettiva Nevskij di Nikolaj Gogol', nei Racconti di Pietroburgo

22 maggio 2007

Intuizioni geniali e scoperte sensazionali

Il mio caro amico Mauro (ci conosciamo dai tempi del liceo e abbiamo iniziato i primi laboratori teatrali insieme, sebbene lui ora si occupi d'altro) mi ha spedito alcuni giorni fa un racconto di un bizzarro episodio capitatogli negli uffici della facoltà di Scienze naturali nella quale studia e sta per laurearsi. Tutto inizia quando i due professori ai quali, se non ho capito male, fa da assistente, lo salutano per la pausa pranzo e lo lasciano in ufficio con l'incarico di rispondere al telefono. Passano pochi minuti e un misterioso ragazzo telefona per annunciare, balbettando e come in preda al panico, di aver fatto una sensazionale scoperta, e chiede a Mauro di poter parlare immediatamente con i professori e di avere accesso ai laboratori dell'università per fare delle importantissime analisi che comproverebbero la sua tesi. Mauro, per farla breve, gli dice di parlare con i professori prendendo magari un appuntamento nei giorni successivi. Ma passa appena un'ora e il ragazzo del telefono si presenta senza preavviso direttamente nell'ufficio dei professori, e Mauro non può che acconsentire alla sua richiesta di attendere lì il loro ritorno.
Di seguito il racconto a caldo di Mauro che, incuriosito, è riuscito a spiare il colloquio tra il piccolo Einstein e i docenti.

Cari miei,
pochi minuti dopo il mio incontro con il giovane scienziato della natura sento rientrare i miei professori e il primo, il più giovane, oltrepassando la soglia sgrana gli occhi nella mia direzione come a comunicarmi qualcosa che lo lascia atterrito. Si tratta dello studente in questione che entra con l'altro prof. Non me ne vogliano o vogliate per ciò che sto per raccontare, ma lo stupore che manifestavo durante il colloquio che i tre hanno avuto, e che ho potuto ascoltare restando in silenzio nel corridoio, era sì grande che a stento riesco a trattenermi dal descriverlo e dal raccontare l'accaduto. Quindi procedo. Flemmatico, il ragazzo inzia a raccontare la sua storia, intesa proprio come sua storia di vita: soffre di un disturbo psichico chiamato disturbo bipolare dell'umore e spiega ai due che si tratta di un'alternanza di stati depressivi ed euforici che lui cura tramite medicinali e ricoveri saltuari, l'ultimo dei quali terminato stamattina. Non sono nella stanza quindi non posso descrivervi le espressioni probabilmente attonite dei miei due professori, ma posso immaginarle, quando lui chiede il permesso di prendere le sue pillole approfittando delle ore 14, e iniziando a descrivere ogni movimento che compie recitando "ora cerco le mie pillole che sono nello zaino, ora trovo le mie pillole, ora prendo le mie pillole" etc. Inizia a spiegare quella che può essere la sua scoperta dicendo di aver da poco iniziato a fumare e che nei momenti in cui perde la concentrazione, riesce a riacquistarla solo dopo alcune boccate di fumo (chiede il permesso di accendersi una sigaretta, che gli viene negato, e offre ai proffs una sigaretta per dopo). Crede che le sigarette che lui fuma siano particolari e possano contenere una sostanza che aiuti la concentrazione. Sono sigarette sul dorso delle quali in lingue diverse non viene ripetuto lo stesso concetto (es: in italiano c'è la composizione del tabacco, in tedesco c'è scritto un'altra cosa e in inglese c'è scritto che fumare è piacevole). Sono sigarette al mentolo e inizia a raccontare altri aneddoti circa la sua vita e la sua situazione familiare. Vuole che sia eseguita l'analisi del tabacco delle sigarette che fuma per scoprire cosa vi sia che aiuti la sua concentrazione, riferendo anche del suo elevatissimo quoziente intellettivo, da lui calcolato tramite attendibili tests, e che si attesta ad un valore superione al 93% della media mondiale, invitando anche i professori ad eseguirlo. Molti premi nobel, dice, hanno avuto intuizioni geniali.
Dopo aver ricevuto una comprensiva e cordiale risposta dai suoi due interlocutori che gli suggerivano un luogo adatto per far analizzare il suo tabacco, inizia una nuova discussione interpellandoli così: "Voi siete religiosi? credete in una religione?". Entrambi ammettono la loro condizione di atei, non credenti, ed il ragazzo inizia discorsi attorno ai quali mi sono un po' perso perchè restavo attento ed incredulo ed al tempo stesso disorientato, in piedi nel corridoio. Asserisce di far parte di una associazione o congrega religiosa che porta il nome di "Servitori degli Angeli del Signore".Ormai è palese che il ragazzo non sta proprio troppo bene. Afferma anche di avere avuto delle rivelazioni circa L'apocalisse che avverrà nel settembre del 2008, cosa di cui il mio professore non si preoccupa perchè quando ci sarà la morte non ci sarà lui, e la cosa non lo turba affatto.Le rivelazioni gli vengono fatte tramite dei messaggi subliminali che gli giungono sottoforma di voci. A questo punto, accortosi probabilmente degli sguardi basiti dei due professori spiega loro che la scritta "Manicomio" che si trova sull'esterno dei palazzi in cui sono ricoverati i matti, è posizionata proprio all'esterno degli edifici perchè si riferisce a tutti quelli che si trovano fuori dai manicomi e non a chi ci sta dentro. Informa il professore di voler andare a colloquio anche con un professore del dipartimento di fisica per parlargli di un incontro che ha avuto: un incontro del "secondo tipo". Spiega che quelli del primo tipo sono gli avvistamenti di ufo e quelli del secondo tipo sono comunicazioni telepatiche, proprio come quella di cui lui è stato oggetto. Gli alieni lo hanno contattato con una incomprensibile forma di linguaggio telepatico.Inoltre vuole anche parlare col Papa perchè ritiene che egli abbia messo in giro una sostanza tossica, forse nelle sigarette (o qualcosa del genere) e riferisce in via del tutto confidenziale ai miei due professori che lui ha una teoria (forse suggeritagli dagli alieni... ma mi ero perso alcune parti del discorso quindi non ne sono sicuro) che si basa sulle parole del discorso tenuto da Ratzinger il giorno della sua elezione. Recita a memoria il discorso iniziale proclamato da Ratzinger appena eletto Papa e chiede ai proffs cosa ne pensino del Papa in questione. Loro sempre basiti e tartaglianti si producono in alcuni sommari giudizi attendendo dallo studente la sua rivelazione che lui manifesta rapidamente: "Io credo che Papa Ratzinger sia l'incarnazione di satana sulla faccia della terra!". Se non sbaglio il mio prof ha tentato brevemente di dissuaderlo da questa convinzione ma lui adduceva un'altra affascinante quanto sconclusionata prova della sua teoria satanico-papista. Chiede ai due: "conoscete Guerre Stellari?". A questo punto il professore cerca di fargli capire il carattere fantastico e assolutamente inverosimile della saga di Guerre Stellari e la sua assoluta ignoranza circa le vicende della saga di Lucas, e il nostro studente gli spiega che, sebbene loro non abbiano visto Guerre Stellari, lui li assicura che un'altra prova che Papa Ratzinger sia l'impersonificazione del male si trova nell'incredibile somiglianza tra Papa Ratzinger e l'Imperatore del Male i cui volti sono uguali e sovrapponibili. Lo sconcerto dei due non posso vederlo ma lo sento nei silenzi prolungati e nei tentativi di dirigere la conversazione verso terreni meno improbabili.
Finalmente il ragazzo chiede delle informazioni circa l'esame di chimica e gli esercizi relativi. Poco dopo ringrazia per l'attenzione e la pazienza dimostrategli, saluta e, accompagnato alla porta, se ne va.
Rega'.
Senza parole.
L'unica cosa: se vi capita di trovarvi a parlare con persone del genere, ascoltale un po' perchè immagino debbano avere un gran bisogno di confidarsi e di parlare delle mille cose sconclusionate che hanno in testa. Nun fate i vaghi che gireno le spalle.

Saluti vivissimi,

Payo'_

03 maggio 2007

Delitto e castigo


"Un giovane che è stato espulso dall'università e vive in condizioni di estrema indigenza, suggestionato, per leggerezza e instabilità di concezioni, da alcune strane idee "non concrete" che sono nell'aria, si è improvvisamente risolto a uscire dalla sua brutta situazione. Ha deciso di uccidere una vecchia che presta denaro a usura..."

(Da una lettera di Dostoevskij a M. N. Katkov, 1865)

"Il terrore lo invadeva sempre più, specialmente dopo quel secondo e del tutto imprevisto assassinio".

Raskòl'nikov:
Che cosa bisogna fare? Demolire tutto quello che è necessario demolire. Una volta per sempre e poi basta; e prendere il dolore sulle nostre spalle. Come, non capisci? Più in là capirai... La libertà e il potere... Soprattutto il potere su tutti gli esseri pavidi e su tutto il formicaio. Ecco la mèta! Ricordatelo! Questo è il viatico che ti dò, perché forse è l'ultima volta che ti parlo. Se non ritorno domani verrai a sapere tutto e allora ricordati di queste mie parole. Se invece ritorno domani, ti dirò chi ha ucciso Lizavéta. Addio.

(Da Delitto e castigo di F. Dostoevskij)

24 aprile 2007

Quattro calci al pallone

Mi bastano poche cose
in questi giorni di sole;
il sole, per l’appunto, un
vento leggero in faccia.
Fare una passeggiata,
scansare i pensieri che
mi fanno rigirare sul
cuscino, le notti storte.
Ascoltare le parole
che scivolano veloci
sull’asfalto, gli amici;
mi ricordo che bastano
un sorriso, a volte, e
quattro calci al pallone.

19 aprile 2007

Oggi ti ho rivisto

Oggi ti ho rivisto.
Volevi abbracciarmi?
Io, così comodo, là
di fronte a te sazio.
Speravo di parlare,
di emettere suoni.
Volevo abbracciarti.
Il tuo viso stanco
l’avrei osservato
per ore, senza pace.
Ho avuto coraggio
solo per uno sguardo.
Oggi ti ho rivisto;
forse ho rivisto me.

10 aprile 2007

Hai schivato la notte nera

Hai schivato la notte nera,
La noia che si fa sincera
E ti dice in faccia ogni cosa,
La più dolce, la più morbosa.
E non sa dove sei finito
E non lo sai neanche tu.
L’amore suo non è tradito,
In te risplende nuova virtù.

28 marzo 2007

Adoro forse è troppo

Adoro forse è troppo;
meglio la parola “bene”
per dire che le pene
d’amore sono sciroppo
che cura il mal di noia.
Mi culla la sua voce,
e nel cervello atroce
respira nuova gioia.

11 marzo 2007

La sabbia fra le dita

Facciamo molto per le persone che amiamo, apparentemente, ma quando ripensiamo al giorno appena trascorso, vediamo che sebbene si sia fatto tutto per loro, non ci è rimasta la forza o il tempo per stringerli fra le braccia e pronunciare una parola gentile e tenera. Le nostre vite scivolano via come la sabbia fra le dita.


Krzysztof Kieslowski

28 febbraio 2007

(241)

Mi piace un volto d'agonia
Perché so ch'è sincero.
L'uomo non può contraffare lo spasimo
Né simulare il rantolo.

Gli occhi si fanno vitrei ed è la morte.
Impossibile fingere
Le perle di sudore sulla fronte
Infilate dalla sommessa angoscia.


(Emily Dickinson, c. 1861)

15 febbraio 2007

Il dito sulla bocca


Il bambino biondo ha la bocca semiaperta, un’espressione sbalordita e sciocca. La mano degli uomini gli scivola improvvisamente tra le mani, allora si volta e comincia a camminare rapido e incerto verso il silenzio. Si guarda attorno, atterrito dalla paura. Nei suoi occhi improvvisamente anziani e saggi, scorre l’illimitato. E’ solo, adesso. Sente una voce; vede un volto, forse; il vento gli accarezza le gote pallide. Sta lentamente abbandonando il suo istinto animale, e prende corpo in lui la necessità di nascondersi, o di urlare; ma la prima è più forte e decisa, e si manifesta con il crudele aspetto della razionalità. Segue il pianto, ultima àncora di salvezza dell’istinto oramai in estinzione. Comincia a ricordarsi della vita che fu, e la svolge; come i cerchi nell’acqua quando si tira un sasso, secondo un fato stabilito, un ritmo incessante, limitato. Da ora in poi cercherà di capire guardando le stelle, ascoltando il canto degli uccelli, toccando il viso di una donna, respirando l’odore dei tulipani e della terra stessa, raccontando delle storie. E scoprirà che c’è sempre un angelo, nascosto da qualche parte, pronto a tendergli nuovamente la mano.

10 febbraio 2007

NON UCCIDERE


La legge non dovrebbe imitare la natura. Dovrebbe correggerla. La legge è stata creata dagli uomini per regolare i rapporti sociali. Ciò che noi siamo e come viviamo dipende dalle leggi; che noi osserviamo o infrangiamo. Fino a quando la sua libertà non lede quella di un altro uomo… La pena, la pena è una forma di vendetta, specialmente se mira ad arrecare il male, e non a prevenire il delitto. Ma in nome di chi si vendica la legge? Veramente lo fa in nome degli innocenti? E sono i veri innocenti che fanno la legge?


Fin dai tempi di Caino mai una punizione che sia riuscita a migliorare il mondo o scoraggiarlo dal compiere delitti.

tratto dal film Decalogo, cinque di Krzysztof Kieslowski

21 gennaio 2007

Le sue mani


Lente, rapidamente nascoste
nella borsa a rovistare cose;
movenze familiari, già viste.
Scivolosamente affusolate
dentro lente danze amorose
a raccontare storie incantate.

14 gennaio 2007

Alexander Throckmorton

Da giovane le mie ali erano forti e instancabili
ma non conoscevo le montagne.
Da vecchio conoscevo le montagne,
ma le mie ali stanche non potevano seguire la visione -
Il genio è saggezza e gioventù.


(tratto da Antologia di Spoon River di Edgar Lee Masters)

13 gennaio 2007

E' colpa dell'amministratore!

Lei, accasciata davanti alla porta di casa,
la gatta chiusa dentro, i sacchi della spesa
appoggiati sui gradini, accanto all'ascensore
che a vederla pareva avesse un malore
ansimava stanca, con la bocca che cadeva
esausta tendeva il dito, la schiena le doleva.
Voleva raggiungere il campanello - presto! -
prima che fosse tardi, compiere quel gesto
per avvertire qualcuno, magari farsi aiutare
a tornare indietro dove lei non voleva tornare.
- Driiin! - aveva suonato. Ce l'aveva fatta,
e per la paura di esser presa per matta
urlò a squarciagola il nome del vicino - Aldo! -
e fu presa da malore; improvvisamente caldo,
poi freddo, poi caldo ancora e svenimento:
come morta, cadde di piombo sul pavimento.
La porta del vicino si aprì: "Oh santo cielo!
Presto, è svenuta, forse è viva per un pelo!"
Tutti dai piani bassi accorsero allarmati
"Fatela respirare, su, non state accalcati!"
Le fecero poggiare la testa, le gambe in su
fino al decimo piano era salita una tribù
di anziani, casalinghe, bambini col pallone
persino i più pigri spegnevano la televisione
per cercare di capire cosa fosse successo
Il portiere: "Non si sa niente per adesso..."
Un po' di acqua e zucchero e presto rinvenne
contenta per non averci lasciato le penne:
"Avevo lasciato un sacchetto al pianterreno
ma me ne sono accorta all'ultimo gradino!"
"Non si preoccupi - faceva Aldo - ora sta bene
può anche tornare giù, se proprio ci tiene...
"E no, ora basta! - strillò il portiere iracondo -
pur'io faccio su e giù e sembro un moribondo.
Ma invece di chiamare ogni volta un dottore
non potreste solamente riparare l'ascensore?!"

12 gennaio 2007

Invito al Viaggio

T'invito al viaggio,
in quel paese che ti somiglia tanto,
i soli languidi dei tuoi cieli annebbiati
hanno per me l'incanto dei tuoi occhi
quando brillano, offuscati.
Laggiù tutto è ordine e bellezza,
calma e voluttà.
Il sole si addormenta
in una calda luce di giacinto e dorme.
Dormono pigramente i vascelli vagabondi
arrivati da ogni confine
per soddisfare i tuoi desideri,
i tuoi desideri.

















Poesia di Manlio Sgalambro, Invito al viaggio di René Magritte

10 gennaio 2007

Riflessione #1


Ogni secondo, giorno e notte, una donna mette al mondo un bambino.

Non credete che sarebbe ora di trovare quella donna e farla smettere?



Anonimo