09 ottobre 2008

Il governo salva Geronzi, Tanzi e Cragnotti?!


ROMA - Un'altra? Sì, un'altra. E per chi stavolta? Ma per Cesare Geronzi, il presidente di Mediobanca negli impicci giudiziari per via dei crac Parmalat e Cirio. La fabbrica permanente delle leggi ad personam, col marchio di fedeltà del governo Berlusconi, ne produce un'altra, infilata nelle pieghe della legge di conversione del decreto Alitalia. Non se ne accorge nessuno, dell'opposizione s'intende, quando il 2 ottobre passa al Senato. Eppure, come già si scrivono i magistrati nelle maling list, si tratta d'una "bomba atomica" destinata a far saltare per aria a ripetizione non solo i vecchi processi per bancarotta fraudolenta, ma a bloccare quelli futuri. Con un semplice, e in vero anche mal scritto, articolo 7bis che modifica la legge Marzano sui salvataggi delle grandi imprese e quella sul diritto fallimentare del 1942. L'emendamento dice che per essere perseguiti penalmente per una mala gestione aziendale è necessario che l'impresa si trovi in stato di fallimento. Se invece è guidata da un commissario, e magari va anche bene come nel caso della Parmalat, nessun pubblico ministero potrà mettere sotto processo chi ha determinato la crisi. Se finora lo stato d'insolvenza era equiparato all'amministrazione controllata e al fallimento, in futuro, se la legge dovesse passare com'è uscita dal Senato, non sarà più così. I cattivi manager, contro cui tutti tuonano, verranno salvati se l'impresa non sarà definitivamente fallita. Addio ai processi Parmalat e Cirio. In salvo Tanzi e Cragnotti. Salvacondotto per l'ex presidente di Capitalia Geronzi. Colpo di spugna anche per scandali di minore portata come quello di Giacomelli, della Eldo, di Postalmarket. Tutto grazie ad Alitalia e al decreto del 28 agosto fatto apposta per evitarne il fallimento. Firmato da Berlusconi, Tremonti, Scajola, Sacconi, Matteoli. Emendato dai due relatori al Senato, entrambi Pdl, Cicolani e Paravia. Pronto per essere discusso e approvato martedì prossimo dalla Camera senza che l'opposizione batta un colpo.

Ma ecco che una giornalista se ne accorge. È Milena Gabanelli, l'autrice di Report, la trasmissione d'inchieste in onda la domenica sera su Rai3. Lavora su Alitalia, ricostruisce dieci mesi di trattative, intervista con Giovanna Boursier il commissario Augusto Fantozzi, gli chiede se è riuscito a garantirsi "una manleva", un salvacondotto per eventuali inchieste giudiziarie. Lui risponde sicuro: "No, io non ho nessuna manleva". Ma quel 7bis dimostra il contrario. Report ascolta magistrati autorevoli, specializzati in inchieste economiche. Come Giuseppe Cascini, segretario dell'Anm e pm romano dei casi Ricucci, Coppola, Bnl. Il suo giudizio è senza scampo. Eccolo: "Se la norma verrà approvata non saranno più perseguibili i reati di bancarotta commessi da tutti i precedenti amministratori di Alitalia, ma neppure quelli compiuti da altri manager di società per cui c'è stata la dichiarazione d'insolvenza non seguita dal fallimento". Cascini cita i casi: "Per i crac Cirio e Parmalat c'è stata la dichiarazione d'insolvenza, ma senza il fallimento. Il risultato è l'abrogazione dei reati fallimentari commessi da Tanzi, Cagnotti, dai correi". Non basta. "Subito dovrà essere pronunciata sentenza di assoluzione perché il fatto non è più previsto dalla legge come reato per tutti gli imputati, inclusi i rappresentanti delle banche". Siamo arrivati a Geronzi. Chiede la Gabanelli a Cascini: "Ma la norma vale anche per lui?". Lapidaria la risposta: "Ovviamente sì". Le toghe s'allarmano, i timori serpeggiano nelle mailing-list. Come in quella dei civilisti, Civil-net, dove Pasquale Liccardo scrive: "Ho letto la nuova Marzano. Aspetto notizie sulla nuova condizione di punibilità che inciderà non solo sui processi futuri ma anche su quelli in corso". Nessun dubbio sulla portata generale della norma. Per certo non riguarderà la sola Alitalia, ma tutte le imprese. Vediamolo questo 7bis, così titolato: "Applicabilità delle disposizioni penali della legge fallimentare". Stabilisce: "Le dichiarazioni dello stato di insolvenza sono equiparate alla dichiarazione di fallimento solo nell'ipotesi in cui intervenga una conversione dell'amministrazione straordinaria in fallimento, in corso o al termine della procedura, ovvero nell'ipotesi di accertata falsità dei documenti posti a base dell'ammissione alla procedura". La scrittura è cattiva, ma l'obiettivo chiaro: finora i manager delle grandi imprese finivano sotto processo per bancarotta a partire dalla sola dichiarazione d'insolvenza. Invece, se il 7bis passa, l'azione penale resterà sospesa fino a un futuro, e del tutto incerto, fallimento definitivo. Commentano le toghe: "Una moratoria sine die, un nuovo colpo di spugna, una mano di biacca sulle responsabilità dei grandi manager le cui imprese sono state salvate solo grazie alla mano pubblica". Con un assurdo plateale, come per Parmalat. S'interromperà solo perché il commissario Bondi evita il fallimento. Ma che la salva Geronzi sia costituzionale è tutto da vedere. Gli esperti già vedono violati il principio d'uguaglianza e quello di ragionevolezza. Il primo perché la norma determina un'evidente disparità di trattamento tra i poveri Cristi che non accedono alla Marzano, falliscono, e finiscono sotto processo, e i grandi amministratori. Il secondo perché l'esercizio dell'azione penale dipende solo dalla capacità del commissario di gestire l'azienda in crisi. Se la salva, salva pure l'ex amministratore; se fallisce, parte il processo. Vedremo se Berlusconi andrà avanti sfidando ancora la Consulta.

Liana Milella (tratto da la Repubblica)

05 ottobre 2008

A volte ritorno...

"Un testo anonimo della Tradizione afferma che, nel corso della propria esistenza, ogni essere umano può adottare due tipi di atteggiamenti: Costruire o Piantare.I costruttori possono dilungarsi per anni nei loro compiti, ma arriva un giorno in cui terminano la loro opera. A quel punto si fermano e il loro spazio risulta limitato dalle pareti che hanno eretto. Quando la costruzione é finita la vita perde di significato.Poi ci sono quelli che piantano: talvolta soffrono per le tempeste e le stagioni, e raramente si riposano.Ma al contrario di un edificio, il giardino non smette mai di svilupparsi. Esso richiede l'attenzione continua del giardiniere ma, nello stesso tempo, gli permette di vivere una grande avventura.I giardinieri sapranno sempre riconoscersi l'un l'altro, perché nella stora di ogni pianta c'é la crescita della Terra intera."

Tratto da Brida di Paulo Coelho

29 aprile 2008

Il mondo normale che vi auguro

Io mi auguro che l'Italia possa finalmente diventare un Paese normale, un Paese in cui sia abolita la doppiezza. Io sono dalla parte di Cesare Zavattini che diceva: "Con buongiorno, intendo buongiorno e basta".
Un Paese dove funzionino scuole e ospedali: entrare in corsia e vedere che c'è la scritta "Solventi", cioè quelli che pagano, e quelli che non pagano, mi pare poco bello.
Un Paese dove treni ed aerei arrivino in orario, perché la puntualità non è mica una prerogativa fascista. Con una politica normale, che (oltre a non ammettere l'intolleranza e la paura per l'altro) non contempli il trasformismo: vedere della gente che non cambia neanche gabbana perché ha già un corredino dove ci sono tutte le giacche che vanno di moda in quel momento è uno spettacolo da cancellare. Con un giornalismo che torni a consumare la suola delle scarpe, guidato da quel sentimento potente che è la curiosità, e dalle chiare tendenze ma sempre dalla buona fede e attento al lato umano.
Un Paese normale dove non si interpellino i divi della televisione per conoscere il loro parere su qualsiasi argomento, dalla solitudine dell'uomo all'allevamento dei canarini. E' normale un Paese dove non ci sia l'emergenza come a Napoli o in Sicilia, dove la paura "marca" persino le arterie (come mi hanno detto una volta i medici che effettuano le autopsie).
Un Paese normale è un Paese in cui l'unico punto di riferimento non è la geografia con i suoi confini, ma la legge uguale per tutti. "La rovina dell'Impero romano" scrisse inutilmente Ranuccio Bianchi Bandinelli "fu facilitata dal clientelismo amministrativo e dal caos delle leggi e non dalle orge del Satyricon". Ma chi studia la storia?
E' normale un Paese che aiuta quelli ai quali la natura e la politica hanno dato di meno. Un Paese normale è quello in cui gli aiuti non si danno per beneficenza, grazie alle collette per soccorrerechi è colpito dalle sciagure, ma si prevedono con il bilancio dello Stato, con voci apposite.
Un Paese normale è quello dal quale non emigrano più i giovani migliori perché non trovano un lavoro retribuito dignitosamente. E' quello in cui non c'è spazio per il grande tormento di oggi, che è l'apparire. Un'ossessione: chi non entra nello spettacolo ha la sensazione di essere escluso dalla vita.
Un Paese normale è quello in cui per stare a galla, per affermarsi, non bisogna più far parte del gruppo, avere il sostegno della corporazione.
Un Paese normale è quello in cui nessun bambino sia privo di cibo e cure. Ho incontrato in Romania i piccoli che vivono nelle fognature, come i topi, per sfruttare i tubi di riscaldamento.
Un Paese normale, un'Europa normale, un mondo normale, è quello in cuii i bambini finiscono le loro giornate in un lettino, con le lenzuola che profumano di pulito.

Inedito di Enzo Biagi, su Il venerdi di Repubblica numero 1049 del 25 aprile 2008

09 marzo 2008

nascerà qualcosa?!

Tutto sommato, tutto quello che facciamo, perché lo facciamo?

Grande confusione, idee appuntate (forse) su foglietti sparpagliati sul pavimento da un soffio di freddo tornato a bussare alla finestra. Questo Marzo marziale scandisce le atmosfere del rimescolarsi delle pulsioni vitali.
Poche persone, pochi nomi, qualche luogo, diversi ricordi e un po’ di speranza da buttare nel pentolone primaverile già bollente e mai sazio.

Cosa hai fatto negli ultimi dieci anni?



Un ciottolo alla volta per rendere visibile pian piano, sempre più forte, il percorso di una salita dall’inclinazione incerta. Guardare indietro fa venire i brividi, fa quasi ridere.

Tra i desideri dominanti: gettare secchiate di colore su una grande parete bianca o nera, distanze brevi, calde mani strette/strette di mani, black code, capelli vari ed eventuali, nitida empatia, sollazzo, illuminazioni creative multiformi, alzare di nuovo in aria il nano da giardino...()






C’è del marcio in Danimarca!!!

17 febbraio 2008

Pensiero profondo n° 1

Sogni le stelle
nella boccia dei pesci
rossi finisci




Eppure non è così difficile da capire. Il problema è che i bambini credono ai discorsi dei grandi e, una volta grandi, si vendicano ingannando a loro volta i figli. "La vita ha un senso e sono gli adulti a custodirlo" è la bugia universale cui tutti sono costretti a credere. Da adulti, quando capiamo che non è vero, ormai è troppo tardi. Il mistero rimane, ma tutta l'energia disponibile è andata da tempo sprecata in stupide attività. Non resta che cercare di anestetizzarsi, nascondendo il fatto che non riusciamo a dare un senso alla nostra vita e ingannando i nostri figli per cercare di convincere meglio noi stessi.
La mia famiglia frequenta tutte persone che hanno seguito lo stesso percorso: una gioventù passata a cercare di mettere a frutto la propria intelligenza, a spremere come un limone i propri studi e ad assicurarsi una posizione al vertice, e poi tutta una vita a chiedersi sbalorditi perché tali speranze siano sfociate in un'esistenza così vana. La gente crede di inseguire le stelle e finisce come un pesce rosso in una boccia. Mi chiedo se non sarebbe più semplice insegnare fin da subito ai bambini che la vita è assurda. Questo toglierebbe all'infanzia alcuni momenti felici, ma farebbe guadagnare un bel po' di tempo all'adulto - senza contare che ci si eviterebbe almeno un trauma, quello della boccia.

Tratto dal romanzo L'eleganza del riccio di Muriel Barbery, edizioni e/o

22 gennaio 2008

A proposito degli eventi vergognosi degli ultimi giorni ho apprezzato la sintesi e la chiarezza di questo intervento di Pietro Kerstich sul Blog di Antonio Di Pietro, attuale (temo per poco) ministro delle Infrastrutture.






Commento al post: Intervista al TG2, postato da Pietro Kerstich




Caro Ministro Di Pietro, dice bene, si dovrebbe correre dal magistrato invece che attaccarlo. Peccato che in Italia la figura del magistrato, dopo Mani Pulite, sia stata attaccata e denigrata in ogni modo quando un politico veniva indagato. La legge non è uguale per tutti, almeno in Italia, dove i politici vogliono l'immunità e usano le televisioni per fare breccia sugli italiani facendosi vedere come povere vittime. Adesso Mastella non perde occasione, si fa vedere ovunque, come a San Pietro per il Papa, la gente viene bombardata da queste notizie piuttosto del perchè è indagato, della vera informazione!Venerdi vedevo i titoli dei giornali italiani online: mi è sembrato di tornare al 1992.

11 gennaio 2008

Il più bello dei mari


Il più bello dei mari
è quello che non navigammo.

Il più bello dei nostri figli
non è ancora cresciuto.

I più belli dei nostri giorni
non li abbiamo ancora vissuti.

E quello
che vorrei dirti di più bello
non te l'ho ancora detto.




Poesia di Nazim Hikmet
Foto di Henri Cartier-Bresson



...

31 dicembre 2007

Le storie di tutti i giorni e di tutte le notti

QUESTA NOTTE UN VECCHIO CACCIATORE VEDRA' UN PEZZO DELLA SUA TERRA STACCARSI E DIVENTARE ICEBERG, IL VECCHIO CAPITANO DI UNA PETROLIERA NON CHIUDERA' OCCHIO PER COLPA DI UN SEGNALE SOSPETTO SUL RADAR, UN SOLDATO DI LEVA IMBARCATO SU UN SOTTOMARINO NUCLEARE ESPRIMERA' IL DESIDERIO DI TORNARE A CASA GUARDANDO UNA STELLA CADENTE, UNA DONNA VEDRA' LA SUA CASA DISTRUTTA DA QUELLA CHE SEMBRAVA UNA STELLA CADENTE, UN BAMBINO RESTERA' IMMOBILE PER NON SVEGLIARE IL MOSTRO SOTTO IL LETTO, UN ALTRO RESTERA' IMMOBILE PER NON SVEGLIARE IL MOSTRO DENTRO IL SUO LETTO, UN UOMO PENSERA' CHE I TRE MESI DATI DAL DOTTORE SONO SCADUTI IERI E SCOPPIERA' A RIDERE, UN PROFUGO SBARCHERA' SU UNO SCOGLIO IN MEZZO AL MARE PENSANDO DI ESSERE ARRIVATO IN EUROPA, UN UOMO TROVERA' L'ANIMA GEMELLA SU UNA CHAT, A SUA INSAPUTA L'ANIMA IN QUESTIONE SARA' MASCHIO, SPOSATO E PADRE DI TRE FIGLI, UNA DONNA SALTERA' DENTRO LA CASA IN FIAMME PER SALVARE IL SUO CANE, UN CANE SALTERA' DENTRO LA CASA IN FIAMME PER SALVARE LA SUA PADRONA, UN DISOCCUPATO DIFENDERA' LA SUA CASETTA DALLE RUSPE DI CHI VUOLE COSTRUIRE UN GRATTACIELO DI TRENTACINQUE PIANI, L'OPERATORE DEL NUMERO VERDE DI UNA NOTA AZIENDA ALIMENTARE DARA' CONSIGLI DI CULINARIA A DODICI INSONNI, DODICI MILIONI DI PESCATORI TIRERANNO LE RETI, MILLE DI LORO PESCHERANNO QUANTO TUTTI GLI ALTRI, UN UOMO SARA' RIPRESO DA UNA TELECAMERA MENTRE SVALIGIA UN CAVEAU, UN ALTRO SARA' RIPRESO DA UNA VIDEOCAMERA MENTRE LEGGE IL SUO TESTAMENTO, MILIONI PREGHERANNO PER LA PACE, MILIONI PER IL RACCOLTO, COMUNQUE TROPPI PER IL PROVINO AL REALITY, CENTO MILIONI SENTIRANNO UNO STRANO SCRICCHIOLIO, DIECI MILIONI PENSERANNO A UN LADRO, DUE MILIONI ALLA CASA CHE CROLLA, VENTI DI QUESTI ULTIMI AVRANNO RAGIONE, MIGLIAIA DI RAGAZZI DORMIRANNO SOTTO IL POSTER DI UN CANTANTE, PER CENTINAIA DI LORO SARA' MARILYN MANSON E AVRANNO GLI INCUBI, MIGLIAIA DORMIRANNO SOTTO IL RITRATTO DI UN LEADER RELIGIOSO, PER ALCUNI DI LORO SARA' HASSAN NASSRALLAH E FARANNO BUONA COMPAGNIA ALLE CENTINAIA DI PRIMA, UN MINATORE TROVERA' UN DIAMANTE DA NOVANTA CARATI E LO CONSEGNERA' AL SUO CAPO DA CUI RITIRERA' UNA PAGA DI NOVE DOLLARI, UN UOMO RIPENSERA' AL RISULTATO DELLE ELEZIONI E SI CHIEDERA' COME AVRA' FATTO IL SUO AVVERSARIO A ORGANIZZARE I BROGLI MEGLIO DI LUI.

Tratto da Internazionale n.725 del 28/12/2007

12 dicembre 2007

Chiazze d'olio...


[...] Perché credi che la mia porta sia sempre chiusa? Perché ho paura di aprirla, paura dei vostri silenzi e dei rumori del mondo. Ti sei sempre chiesto perché io non leggo i giornali e non vedo le notizie in tv. Per una semplice ragione: perché mi fanno paura. Mi sembrano una chiazza d'olio che progressivamente copre la realtà. Sono tutte storie di sangue e di distruzione, di odi e di minacce. E' un mondo senza buone notizie. E non credo che ci siano e qualcuno le nasconda. Credo che non siamo più in grado di fornirne a noi stessi. Produciamo gadget per consolarci e ci appassioniamo per futilità mentre le cose che contano vanno a puttane. Lì dentro, nella mia stanza, ho tutto quello che mi fa vivo. E ciò che manca lo cerco all'aria aperta, nelle persone che incontro, che imparo a stimare o ad amare. Nelle prodezze della natura e dei colori. Per il resto lì ho ciò che mi serve. Mi appassiono sul serio, ormai, solo alle grandi catastrofi, quelle che possono cambiare davvero il corso della storia e della vita. Dei piccoli slittamenti dell'olio verso di me preferisco non occuparmi. Vorrei fermarli, ma non so come. E allora li ignoro, mi separo dalla grande rete della comunicazione, ne costruisco una tutta mia. D'altra parte, papà, non vedi che i ragazzi vivono con le cuffiette? Le usano quando fanno dieci passi o la notte o quando si incontrano tra loro. Non vogliono concedere a questo tempo il lusso di farli diventare pazzi. Ci hanno tolto ogni speranza di condividere e ci hanno chiuso in un luccicante supermercato nel quale tutto si può comprare ma dal quale è impossibile uscire. [...]



Tratto dal romanzo di Walter Veltroni La scoperta dell'alba, Rizzoli

13 novembre 2007

Lezioni di giornalismo sul filo dell'ironia

Lo scorso 6 Novembre se n'è andato un grande interprete, osservatore e narratore del '900 italiano. Enzo Biagi. Faro integerrimo in un Paese, ahinoi, sempre più buio...






° Le verità che contano, i grandi princìpi, alla fine, restano sempre
due o tre: quelli che ti ha insegnato tua madre da bambino.

° La mia generazione trovava eccitante leggere la Divina Commedia con
le illustrazioni del Dorè. Adesso sui muri c'è scritto "Culo basso bye bye".
Capisce che è un po' diverso?

° I giornali sarebbero ansiogeni? Ma la Bibbia non comincia forse con un
delitto?

° Dopo due o tre apparizioni in video, qualunque coglione viene
intervistato, dice la sua e anche quella degli altri.

° Se Berlusconi avesse le tette farebbe anche l'annunciatrice!

° La "devolution", una parola che sembra inventata da Celentano.

° Il denaro arriva sempre quando non si ha più fame.

° Il bello della democrazia è proprio questo: tutti possono parlare, ma non
occorre ascoltare.




Pensieri e aforismi di Enzo Biagi, da City del 06/11/2007.
Immagine: logo del programma Il fatto di Enzo Biagi, in onda su Rai Uno dal 1995 al 2002.

12 novembre 2007

Cronache da una triste domenica romana

Ieri sera, non essendo a conoscenza degli scontri che erano in corso nella zona nord di Roma (zona che ben conosco per averla frequentata ai tempi della scuola e in cui sono spesso ancora oggi con gli amici), ho pensato bene di passare in macchina per Ponte Milvio tornando dal centro dove ero stato nel pomeriggio. Verso le venti, davanti allo stadio, dove pensavo di vedere tutto invaso dalle automobili parcheggiate per la partita (come sempre accade quando giocano in casa la Roma o la Lazio), trovo il deserto. Poi, sul Lungotevere di fronte a Ponte Duca d'Aosta, transenne in mezzo alla strada, pietre sanpietrini e "breccole" di ogni sorta, cassonetti ribaltati o fumanti, cocci di bottiglia...sono costretto a fare un autentico slalom. Accendo la radio e sento in diretta la descrizione del posto in cui mi trovo: esperienza surreale. Proseguo verso Ponte Milvio pensando che il peggio sia passato, ma comincio a vedere gente che corre all'impazzata verso di me: c'è appena stata una carica dei poliziotti davanti al bar dove spesso mi capita di andare per un aperitivo con gli amici. Per fortuna non questa domenica. Arrivo davanti al ponte e il panorama mi propone camionette di carabinieripoliziaguardiadifinanzavigiliurbani, fumogeni (lacrimogeni?), gente a volto scoperto e non che lancia oggetti di ogni tipo (sassi, sedie dei bar, cartelli stradali divelti) all'indirizzo dei militari schierati in tenuta antisommossa all'altezza del chiosco del cocomeraro al centro della piazza. Qualche pirla in macchina rallenta o addirittura si ferma a guardare la scena bloccando il traffico e me che vogliamo toglierci da lì il prima possibile proseguendo verso corso Francia. La morbosità della gente non conosce paura. Mentre temevo che qualcosa, dal cielo, colpisse anche me (non il Signore, per carità), il mio pensiero è andato a Luciano, il "pittoresco" proprietario di uno dei bar della zona, noto per i suoi modi non esattamente british; sapendo dalle notizie che arrivano dalla radio che nei pressi del suddetto bar qualche genio aveva dato fuoco a una macchina, me lo sono immaginato uscire fuori dal suo baretto con la pompa dell'acqua in mano a farsi giustizia da solo! Come quella volta che la usò per avvertire i giovani polacchi un po' alticci che erano seduti ai tavoli che lui stava chiudendo...
Che impressione vedere cose così agghiaccianti in luoghi a me così familiari. Nei luoghi dove ho passato buona parte della mia giovinezza. E che "strizza", per qualche istante...
Non ascoltando la radio si poteva credere che fosse scoppiata una vera e propria guerra civile. Incivile.
Il calcio, lo stadio, la morte di un giovane (che fosse un tifoso in trasferta è del tutto casuale a mio avviso) non sono che dei pretesti per espimere una carica di violenza inaudita.
Inermi, assistiamo sempre più spesso a spettacoli deprimenti e inaccettabili, causati dall'ignoranza di molti poveracci e dalla malafede di pochi potenti. L'unica cura profonda, certa ed efficace è la cultura, che piaccia o no. Continuare a dare colpi al cerchio non può evitare per sempre che la botte si sfasci.

10 novembre 2007

Le parole d'autunno

Lungo silenzio. Il tempo è scandito da un rumore di sottofondo di lavatrice in funzione e dal ticchettio incessante di un qualche orologio appeso chissà dove. R non se ne capacita, e ci mette qualche secondo a capire che non si tratta del suono delle lancette di un orologio bensì della classica goccia che cade dal rubinetto nel lavandino della cucina. Paperino non chiudeva occhio per molto meno!

Basta tuffarsi fuori dalla notte per cavare dall'aria intorno saporiti spicchi di autunno.

C'è pure vento. Prende a schiaffi una busta di plastica impigliata nella ringhiera del balcone di casa di F. L'inesprimibile senso di vuoto a rendere, o a perdere, affolla la mente di R alla ricerca di un'ispirazione, un segno in grassetto sul marciapiede che suggerisca nuove coordinate. Non ci sono che dune all'orizzonte, tutte uguali. Le cose più interessanti di questi giorni non sono state fermate su un pezzo di carta, e sono scappate via. Forse è stata una scelta volontaria, seppur inconscia. ILLUSTRE PERSONAGGIO SIMBOLO DI LIBERTA' NON SOSTITUIBILE PERDONSI TRISTEMENTE. Caspita! Non ci voleva, R e tanti altri non riuscivano a crederci, quasi.

L è qui, era e sarà altrove. Ma la questione è forse più grande e arzigogolata. Che succede nel "muscoletto bicamerale" nel petto di R? Houston chiama Apollo. Quanto ci vorrà per ripensare, rivedere, ricredere, avere qualche piccola traccia di shine nelle sue membra...? Abbraccio. Forte.

Tempo.

Una stagione sgrammaticata e claustrofobica cercherà di inghiottire i nostri eroi, ne rosicchierà la scorza infreddolita per succhiarne poi lentamente il dolce succo malinconico che circola negli organi più interni. Buongustaio questo autunno parco di emozioni, avaro di consigli, pavido nelle scelte. D'ora in poi si dovranno scegliere le mattonelle giuste su cui poggiare i piedi, godendosi sempre ogni passo, giorno dopo giorno dopo giorno...

L'autunno è nella mente, non nelle foglie.

21 ottobre 2007

Due terzi (o ciò che manca)

Nonostante il freddo becco, nonostante l'eccesso di pizzasalumicaffè degli ultimi dieci giorni, R porta a compimento progetti autunnali in un autunno assenteista. Improvvisamente tutto buio, nella mente, nell'aria. Una nuova tela da pittare e molti colori vivaci, nonostante tutto. Bene. "Una rana saltò in un secchio" è ciò che R non ha capito, ma gli va bene così; è bene rimanere con un po' di foschia negli occhi. Tutti buffoneggiano, e fanno bene. Altrimenti il mondo si riduce a freddo, freddo e basta, nella mente e nell'aria. E spesso non ci sono neanche pizzasalumicaffè a scaldare le giornate malconce e le domeniche senza far niente. Tutto sembra diviso in tre parti.
R non sa più spiegarsi, ma forse un po' riesce a capirsi...ed è già a un terzo dell'opera.

01 ottobre 2007

Scegliere?


Scegliere. I punti in cui il percorso cambia, devia, si ferma; da cui il ritmo aumenta, decresce, si arresta.
Bruciati gli ultimi venti giorni, R cerca di capire cosa farsene del mucchietto di cenere che potrebbe ricavarne. Lasciare che uno scherzo di vento gliela soffi sulla faccia, aggiungervi acqua per farne una nuova sostanza da modellare, oppure spargerla sul terreno affinché divenga al più presto fertile e pronto ad ospitare nuovi germogli.

Traiettorie ancora indecifrabili tracciate sul grafico progettuale di un sommesso mese di Ottobre, scosse virali che fanno sudare e contrarre i muscoli delle spalle. Le parole di R sono ancora troppo poche, le azioni/reazioni anche. Queste però cominciano a godere dell’istintività, e non più così di rado sfuggono dalle briglie. I conti si faranno poi. I conti. Ora è il tempo di massaggiarsi il viso al mattino e sentirsi tirati da un filo sottile e resistente che esce dal petto. O anche lasciar stare il viso, e il filo cercare di riavvolgerlo il più velocemente possibile.

Scegliere?

???

Se solo sapesse, R; se anche solo un pezzetto della sua verità fosse il reale, il futuro…

Per adesso R spera soltanto che lo scherzo si riveli divertente.



29 settembre 2007

Saturday morning, and who's gonna play with me?

Una bella mattinata.
Non è il momento di dire qualcosa; non è il momento di aggrottare le sopracciglia per vedere, ascoltare, capire; è il momento di attendere sereni che i fiocchi di neve si adagino delicatamente sull’asfalto. Poi godersi lo spettacolo della materia che si trasforma. L’acqua rifletterà la luce, laverà le superfici, si contaminerà. Solo più tardi, la sera, qualcosa sarà svelato. Oppure scegliere di addormentarsi e guardare fuori all’indomani, quando sembrerà che il sole caldo abbia cancellato via tutto…e scoprire meravigliati che qualche traccia, apparentemente misteriosa e imperscrutabile, è rimasta. Si è aggrappata al presente per consentire che il viaggio prosegua…




La vignetta è di Schulz.

05 settembre 2007

Verso il V-Day...

L'iniziativa promossa da Beppe Grillo che avrà luogo l'8 settembre ("un giorno di informazione e di partecipazione popolare") mi ha riportato alla mente alcuni brani di Pier Paolo Pasolini che mi sono ricapitati sotto gli occhi sfogliando il libro Pasolini - Un delitto italiano di Marco Tullio Giordana (ed. Mondadori); già nel lontano 1975, poco prima della sua morte, egli chiedeva, dalle pagine dei giornali, che si svolgesse un Processo per l'intera classe dirigente italiana per:


...indegnità, disprezzo per i cittadini, manipolazione del denaro pubblico,
intrallazzo con i petrolieri, con gli industriali, con i banchieri, connivenza
con la mafia, [...] distruzione paesaggistica e urbanistica dell'Italia,
responsabilità della degradazione antropologica degli italiani, responsabilità
della condizione, come suol dirsi, paurosa delle scuole, degli ospedali, e
di ogni opera pubblica primaria, dell'abbandono "selvaggio" delle campagne,
dell'esplosione "selvaggia" della cultura di massa e dei mass-media, della
stupidità delittuosa della televisione...
*

Non credo di scoprire nulla di nuovo nel notare quanto queste parole siano ancora oggi, ahimè, di grande attualità, come del resto molti altri interventi di Pasolini a proposito dei problemi e delle condizioni del nostro Paese e delle sue istituzioni.





*Su "Il Mondo" del 28/08/1975, raccolto in P.P. Pasolini, Lettere luterane, Torino 1977, p. 115

27 agosto 2007

L e i pensieri di fine Agosto

Succede sempre al momento sbagliato.
L'estate di questa estate, ancora difficile da raccontare, sfuma pian piano verso l'inespicarsi di un autunno solo apparentemente lontano, pieno di presunte sollecitazioni psico-fisiche, di punti di domanda.
La DOMANDA però non riguarda solo cose future, è una comparazione col passato...: cosa è cambiato di R non tanto dall'anno scorso, piuttosto da quattro cinque anni fa?
Quali e quanti indiscutibili passi (steps) sono passati tra i venti e i venticinque?
Per adesso nella bisaccia ci sono nuovi luoghi vissuti ed esperienze, nuovi volti, L.
Domani segna la fine di un'altra strada, che rimane lì, coi lavori d'agosto ancora in corso, con pochi segnali ad indicare le deviazioni. Un'altra sostanza impossibile da afferrare e forse proprio per questo magnifica. L'aria diversa che scivola via e si rimescola con l'aria di prima, come nella migliore tradizione di R, porta un dolce sapore malinconico che per un attimo gli fa dimenticare gli ultimi giorni di influenza, il sapore amarognolo della medicina sotto l'incessante caldo romano.
Forse il MOMENTO GIUSTO è la vera "chimera".

19 luglio 2007

E (part #1)

Abbiamo parlato di:
Carne e vegetariani (lei è un tipo “vorace”…solo nel mangiare?)
Fisioterapia e problemi fisici vari tra cui quelli alla schiena derivanti da quelli ai denti
Opportunità dell’esistenza dei reality shows
Amore (in varie forme e sfaccettature)
Bugie
Diari segreti, taccuini e foglietti volanti con gli appunti
Pizza tonno e cipolle
Come mi dovrei vestire (il mio stile)
La pochezza del mio blog e la mia riservatezza
Persone varie conosciute a entrambi
Alcune sue fotografie
Lavori che abbiamo fatto
Curiosare sulle persone su internet
Come ci siamo conosciuti
Avere 25 anni e sentirsi quindicenni nello spirito
Cosa so cucinare
Quale colore sia meglio per i suoi capelli
Dare e ricevere sigarette
Il tipo di ragazzo che le piacerebbe trovare
Le cose che penso di me
La forma delle nostre facce
La parlata veneta e quella milanese
Milano
Il suo migliore amico
La mia migliore amica
Andare a vivere all’estero
Qualche progetto a breve per il futuro
Mercatini dell’usato
Come salvare il mio numero sul cellulare
Matematica

e altro ancora…

Domande:
Come si chiama il colore dei capelli di ora?
Come e se è mutata l’idea che aveva di me?
Chi sono le persone a cui vuole bene?
Quando ci rivedremo?
Il mio blog è davvero così poco interessante?



See you soon!
See you soon!

16 luglio 2007

Accetta il consiglio


Goditi potere e bellezza della tua gioventù, non ci pensare. Il potere di bellezza e gioventù lo capirai solo una volta appassite. Ma credimi, tra vent’anni guarderai quelle tue vecchie foto, e in un modo che non puoi immaginare adesso. Quante possibilità avevi di fronte e che aspetto magnifico avevi; non eri per niente grasso come ti sembrava. Non preoccuparti del futuro, oppure preoccupati, ma sapendo che questo ti aiuta quanto masticare un chewing gum per risolvere un’equazione algebrica. I veri problemi della vita saranno sicuramente cose che non ti erano mai passate per la mente, di quelle che ti pigliano di sorpresa alle quattro di un pigro martedì pomeriggio. Fa una cosa ogni giorno che sei spaventato: canta! Non essere crudele col cuore degli altri, non tollerare la gente che è crudele col tuo. Lavati i denti. Non perdere tempo con l’invidia. A volte sei in testa, a volte resti indietro; la corsa è lunga, e alla fine è solo con te stesso. Ricorda i complimenti che ricevi, scordati gli insulti; se ci riesci veramente, dimmi come si fa! Conserva tutte le vecchie lettere d’amore, butta i vecchi estratti conto. Rilassati. Non sentirti in colpa se non sai cosa vuoi fare della tua vita: le persone più interessanti che conosco a ventidue anni non sapevano che fare della loro vita, i quarantenni più interessanti che conosco ancora non lo sanno. Prendi molto calcio. Sii gentile con le tue ginocchia: quando saranno partite ti mancheranno. Forse ti sposerai o forse no, forse avrai figli o forse no, forse divorzierai a quarant’anni, forse ballerai con lei al settantacinquesimo anniversario di matrimonio; comunque vada, non congratularti troppo con te stesso, ma non rimproverarti neanche: le tue scelte sono scommesse, come quelle di chiunque altro. Goditi il tuo corpo, usalo in tutti i modi che puoi, senza paura e senza temere quel che pensa la gente: è il più grande strumento che potrai mai avere. Balla, anche se il solo posto che hai per farlo è il tuo soggiorno. Leggi le istruzioni anche se poi non le seguirai. Non leggere le riviste di bellezza, ti faranno solo sentire orrendo. Cerca di conoscere i tuoi genitori, non puoi sapere quando se ne andranno per sempre. Tratta bene i tuoi fratelli, sono il miglior legame con il passato e quelli che più probabilmente avranno cura di te in futuro. Renditi conto che gli amici vanno e vengono, ma alcuni, i più preziosi, rimarranno. Datti da fare per colmare le distanze geografiche e gli stili di vita perché più diventi vecchio più hai bisogno delle persone che conoscevi da giovane. Vivi a New York per un po’, ma lasciala prima che ti indurisca; vivi anche in California per un po’, ma lasciala prima che ti rammollisca. Non fare pasticci coi capelli, sennò quando avrai quarant’anni sembreranno di un ottantacinquenne. Sii cauto nell’accettare consigli, ma sii paziente con chi li dispensa. I consigli sono una forma di nostalgia: dispensarli è un modo di ripescare il passato dal dimenticatoio, ripulirlo, passare la vernice sulle parti più brutte e riciclarlo per più di quel che valga. Ma accetta il consiglio, per questa volta…

Tratto dal film The Big Kahuna di John Swanbeck (1999)