Parole, riflessioni e appunti di viaggio per viaggiatori senza meta...
28 febbraio 2007
(241)
Perché so ch'è sincero.
L'uomo non può contraffare lo spasimo
Né simulare il rantolo.
Gli occhi si fanno vitrei ed è la morte.
Impossibile fingere
Le perle di sudore sulla fronte
Infilate dalla sommessa angoscia.
(Emily Dickinson, c. 1861)
15 febbraio 2007
Il dito sulla bocca

10 febbraio 2007
NON UCCIDERE

21 gennaio 2007
Le sue mani
Lente, rapidamente nascoste
nella borsa a rovistare cose;
movenze familiari, già viste.
Scivolosamente affusolate
dentro lente danze amorose
a raccontare storie incantate.
14 gennaio 2007
Alexander Throckmorton
ma non conoscevo le montagne.
Da vecchio conoscevo le montagne,
ma le mie ali stanche non potevano seguire la visione -
Il genio è saggezza e gioventù.
(tratto da Antologia di Spoon River di Edgar Lee Masters)
13 gennaio 2007
E' colpa dell'amministratore!
la gatta chiusa dentro, i sacchi della spesa
appoggiati sui gradini, accanto all'ascensore
che a vederla pareva avesse un malore
ansimava stanca, con la bocca che cadeva
esausta tendeva il dito, la schiena le doleva.
Voleva raggiungere il campanello - presto! -
prima che fosse tardi, compiere quel gesto
per avvertire qualcuno, magari farsi aiutare
a tornare indietro dove lei non voleva tornare.
- Driiin! - aveva suonato. Ce l'aveva fatta,
e per la paura di esser presa per matta
urlò a squarciagola il nome del vicino - Aldo! -
e fu presa da malore; improvvisamente caldo,
poi freddo, poi caldo ancora e svenimento:
come morta, cadde di piombo sul pavimento.
La porta del vicino si aprì: "Oh santo cielo!
Presto, è svenuta, forse è viva per un pelo!"
Tutti dai piani bassi accorsero allarmati
"Fatela respirare, su, non state accalcati!"
Le fecero poggiare la testa, le gambe in su
fino al decimo piano era salita una tribù
di anziani, casalinghe, bambini col pallone
persino i più pigri spegnevano la televisione
per cercare di capire cosa fosse successo
Il portiere: "Non si sa niente per adesso..."
Un po' di acqua e zucchero e presto rinvenne
contenta per non averci lasciato le penne:
"Avevo lasciato un sacchetto al pianterreno
ma me ne sono accorta all'ultimo gradino!"
"Non si preoccupi - faceva Aldo - ora sta bene
può anche tornare giù, se proprio ci tiene...
"E no, ora basta! - strillò il portiere iracondo -
pur'io faccio su e giù e sembro un moribondo.
Ma invece di chiamare ogni volta un dottore
non potreste solamente riparare l'ascensore?!"
12 gennaio 2007
Invito al Viaggio
in quel paese che ti somiglia tanto,
i soli languidi dei tuoi cieli annebbiati
hanno per me l'incanto dei tuoi occhi
quando brillano, offuscati.
Laggiù tutto è ordine e bellezza,
calma e voluttà.
Il sole si addormenta
in una calda luce di giacinto e dorme.
Dormono pigramente i vascelli vagabondi
arrivati da ogni confine
per soddisfare i tuoi desideri,
i tuoi desideri.

Poesia di Manlio Sgalambro, Invito al viaggio di René Magritte
10 gennaio 2007
Riflessione #1
Ogni secondo, giorno e notte, una donna mette al mondo un bambino.
Non credete che sarebbe ora di trovare quella donna e farla smettere?
Anonimo
31 dicembre 2006
Avrei voglia di idee diverse
Spazi, quadrati, quadranti,
sullo schermo qui davanti
troppe parole senza voce,
stella fioca, poca luce.
Cosa sto raccontando?
A chi perché e quando
ho pensato di narrare,
se non riesco a decifrare?
Io non parlo, non sento
sparo alle ombre, forse;
parlo troppo, me ne pento.
Non vedo le mie risorse,
galleggiare mi fa spavento.
Avrei voglia di idee diverse.
27 dicembre 2006
A volte vorrei
A volte vorrei
l'occhio del gatto nero
che non promette grazia
a un sinistro pensiero.
Uno sguardo
semplice ma severo.
(Tratto da Quadri senza figure, raccolta di poesie di Loredana Scaramella, Serarcangeli Editore)
25 dicembre 2006
Prima dell'antivigilia
racconto di Erica Ghini
19 dicembre 2006
Merlino
Il ritorno a Demezia
(da La magia di Stonehenge, romanzo di Luisa Mattia, edizioni e/o)
04 dicembre 2006
after the funeral
MICHAEL: But you quit when you met me.
CLAIRE: They always say you never quit.
MICHAEL: It doesn't matter.
CLAIRE: You just take breaks. You can take the longest breaks but then one day you just need to smoke.
MICHAEL: I love you, Claire. Can you hear me? I said, I love you.
Words from After the funeral by Christopher Sean Larsen
12 novembre 2006
28

Come posso ritrovare la mia pace
se il ristoro del sonno mi è negato?
Se l'affanno del giorno non riposa nella notte
ma giorno da notte è oppresso e notte da giorno?
Ed entrambi, anche se l'un l'altro ostili,
d'accordo si dan mano solo per torturarmi
l'uno con la fatica, l'altra con l'angoscia
di esser da te lontano, sempre più lontano.
Io dico al giorno, per compiacerlo, che sei luce
e gli dai grazia quando le nubi oscurano il cielo;
così lusingo la notte cupa,
che quando le stelle splendenti non fanno capolino,
sei tu a illuminare la sera.
Ma il giorno ogni giorno prolunga la mia pena,
e la notte ogni notte aumenta il mio dolore.
William Shakespeare, Sonetti
31 ottobre 2006
Exhibition n.1

(A. Salvati, E42, da The Album Part 1)
26 ottobre 2006
27

Sfinito dalla fatica, mi affretto al mio letto,
il caro riposo per le membra stanche del viaggio,
ma allora un altro viaggio mi comincia nella testa,
e lavora la mia mente, quando è finito il lavoro del corpo.
Allora i miei pensieri, di là lontano dove mi trovo,
verso di te fanno un devoto pellegrinaggio,
e tengono spalancate le mie palpebre pesanti,
a guardare la tenebra che vedono i ciechi.
Senonché la vista immaginaria della mia anima
presenta al mio sguardo cieco la tua ombra,
che, come un gioiello appeso alla notte spettrale,
fa la nera notte bella e il suo vecchio volto nuovo.
Così di giorno le mie membra, di notte la mia mente,
per causa tua, e mia, non trovano quiete.
William Shakespeare, Sonetti
19 ottobre 2006
Ho voglia di fare a botte con qualcuno

Ho voglia di fare a botte con qualcuno. Tanti cazzotti, un calcio piazzato ben bene tra i denti, che faccia zampillare fuori sangue a volontà. Il mio pugno destro che rimodella la guancia sinistra di uno di quei teppistelli del cazzo figli della merda televisiva che deturpa l’etere da vent’anni; “non sanno quello che fanno…” – me ne fotto, inizino ad impararlo! Il mio piede sinistro che toglie il respiro ad uno di quei giornalisti cronisti televisivi che non hanno mai fatto una domanda “scomoda” a un potente, e si sentono tanto super partes in qualsiasi situazione – hanno la coscienza sporca come un ladro o un assassino -, lo colpisco al basso ventre evidenziando così quello che non ha… Il mio cranio che si schianta come un lapillo sul naso di uno di quei politicanti di merda che trovano le loro sporche propagande e diatribe varie ed eventuali più importanti anche della vita stessa: il mantenimento del potere prima di tutto, costi quel che costi… purtroppo le catastrofi derivanti dalle “politiche sbagliate” non colpiscono mai loro. Uno sputo carico di muco e catarro in faccia a tutti quelli che si mettono la dignità sotto i piedi, e mercificano i propri o altrui drammi. Ho una terribile propensione alla violenza; con chi potrei sfogarla? I cacciatori, che nel 2006 hanno ancora il coraggio di uccidere un animale indifeso “per sport”; i pedofili e gli stupratori, disumani e intollerabili, valgono un qualsiasi carnefice; il presidente degli Stati Uniti e chi come lui pensa che quello statunitense sia un popolo superiore, schiavi di televisione, ignoranza e globalizzazione; i magnate del petrolio e tutti quelli che nel corso degli anni hanno impedito lo sviluppo e l’applicazione di forme energetiche alternative, uccidono più loro di una qualsiasi calamità naturale. Ho voglia di darle di sana pianta a qualcuno, di stenderlo a terra con una caterva di colpi, a mani nude, alla pari. Voglio uno scontro. Non un semplice sfogo, un percorso. L’istinto primordiale che si scatena per non farsi sopraffare dagli eventi. Solo un temporale può fermarmi.
01 ottobre 2006
Storie di ordinaria follia #2
(tratto dall'opera teatrale Storie di ordinaria follia, di Petr Zelenka)
30 settembre 2006
Storie di ordinaria follia
(tratto dall'opera teatrale Storie di ordinaria follia, di Petr Zelenka)