12 novembre 2006

28



Come posso ritrovare la mia pace
se il ristoro del sonno mi è negato?
Se l'affanno del giorno non riposa nella notte
ma giorno da notte è oppresso e notte da giorno?

Ed entrambi, anche se l'un l'altro ostili,
d'accordo si dan mano solo per torturarmi
l'uno con la fatica, l'altra con l'angoscia
di esser da te lontano, sempre più lontano.

Io dico al giorno, per compiacerlo, che sei luce
e gli dai grazia quando le nubi oscurano il cielo;
così lusingo la notte cupa,
che quando le stelle splendenti non fanno capolino,
sei tu a illuminare la sera.

Ma il giorno ogni giorno prolunga la mia pena,
e la notte ogni notte aumenta il mio dolore.

William Shakespeare, Sonetti

1 commento:

Anonimo ha detto...

io amo william shakespeare!anche se nn so se scrive così auhahuahauahauahauahauaahau
ma pensho de shi!

bella il rik!sono andrea(pizzi)per la cronaca....

ciao..passa pure te se vuoi....se vuoi nn te preoccupare auahauahauahaauahauahau