26 aprile 2006

Come mi piace



Da qualche parte nel bosco di Arden...
JAQUES Bel ragazzo, ti prego, diventiamo più amici.
ROSALINDA Mi dicono che siete un tipo un po' depresso.
JAQUES E' così. Preferisco lo spleen alla risata.
ROSALINDA Sì, però chi eccede nell'uno e nell'altro lato, è gente detestabile. Si espone ogni momento agli appunti più squallidi, peggio degli ubriaconi.
JAQUES Ma no, no, triste è bello, e tenerselo in sé.
ROSALINDA Allora è bello pure essere un palo.
JAQUES Nota bene, io non ho la tristezza del dotto, che poi è invidia. Non ho quella del musicista, che è un po' roba da matti. Né quella del cortigiano, che è pura arroganza. Né del soldato, che è ambizione. Né del magistrato, che è una tristezza diplomatica. Né quella della signora, pura civetteria. E neanche quella dell'innamorato, che è un po' tutto assieme. La mia è una tristezza solo mia, composta di molti ingredienti estratti da molti dati, ed è per l'esattezza la somma delle riflessioni che ho fatto durante i miei viaggi, nei quali un ruminar ricorrente m'avvoltola in una molto stramba tristezza.
ROSALINDA Siete un viaggiatore! Sfido che avete titoli ad essere triste! Magari avete venduto le vostre terre per vedere quelle degli altri. E poi, chi molto vede e nulla stringe è come chi ha occhi ricchi e mani vuote.
JAQUES Beh, mi sono fatto un'esperienza.
da Come vi piace di W. Shakespeare (atto IV, scena I)

22 aprile 2006

Cerca di essere felice

Passa tranquillamente tra il rumore e la fretta, e ricorda quanta pace può esserci nel silenzio. Finché è possibile senza doverti abbassare, sii in buoni rapporti con tutte le persone. Di' la verità con calma e chiarezza; e ascolta gli altri, anche i noiosi e gli ignoranti; anche loro hanno una storia da raccontare. Evita le persone volgari ed aggressive; esse opprimono lo spirito. Se ti paragoni agli altri, corri il rischio di far crescere in te orgoglio e acredine, perché sempre ci saranno persone più in basso o più in alto di te. Gioisci dei tuoi risultati così come dei tuoi progetti. Conserva l'interesse per il tuo lavoro, per quanto umile; è ciò che realmente possiedi per cambiare le sorti del tempo. Sii prudente nei tuoi affari, perché il mondo è pieno di tranelli. Ma ciò non acciechi la tua capacità di distinguere la virtù; molte persone lottano per grandi ideali, e dovunque la vita è piena di eroismo. Sii te stesso. Soprattutto non fingere negli affetti e neppure sii cinico riguardo all'amore; poiché a dispetto di tutte le aridità e disillusioni esso è perenne come l'erba. Accetta benevolmente gli ammaestramenti che derivano dall'età, lasciando con un sorriso sereno le cose della giovinezza. Coltiva la forza dello spirito per difenderti contro l'improvvisa sfortuna. Ma non tormentarti con l'immaginazione. Molte paure nascono dalla stanchezza e dalla solitudine. Al di là di una disciplina morale, sii tranquillo con te stesso. Tu sei figlio dell'universo, non meno degli alberi e delle stelle; tu hai diritto ad essere qui. E che ti sia chiaro o no, non vi è dubbio che l'universo ti si stia schiudendo come dovrebbe. Perciò sii in pace con Dio, comunque tu Lo concepisca, e qualunque siano le tue lotte e le tue aspirazioni, conserva la pace con la tua anima pur nella rumorosa confusione della vita. Con tutti i suoi inganni, i lavori ingrati e i sogni infranti, è ancora un mondo stupendo. Fai attenzione. Cerca di essere felice.
TROVATA NELL'ANTICA CHIESA DI SAN PAOLO - BALTIMORA DATATA 1692 (traduzione di Enrico Orofino)

01 aprile 2006

Pensieri didascalici

Non vorrei essere un pensatore didascalico, ma non sapendo quanto è grande, mediamente, una coscienza, non riesco a farmi un'idea delle dimensioni della mia, e neanche del suo peso. Cerco di pensare alla cosa più semplice che associo mentalmente ad un dato concetto, e poi ne analizzo i vari aspetti, e spesso scopro che la mia mente ne sa molto più di me; non smette mai di sorprendermi, è preparatissima, nonostante io non mi sforzi particolarmente per allenarla o fornirle nuove risorse. Forse il mio compito è solo di farle spazio. Scommetto di essere stato didascalico, ma non posso farne a meno.
I pesci, nell'acquario, sono rossi? Si, certo. No, invece. Mi sforzerò di pensarli turchesi, con gli occhiali, grandi intenditori di vini, e appassionati dei romanzi di Dashill Hammet - che fino a tre giorni fa non sapevo neanche chi fosse.
Strappate pure i capelli ad un uomo, ma lui non penserà mai che quella sia una didascalia. E invece magari lo è. Bisognava punirlo; circuirlo, minacciarlo, umiliarlo. Ma in ogni caso è stato aggiunto un ingrediente specifico dell'uomo, come per i pesci rossi: l'IMMAGINAZIONE. Tanto i capelli, se è destino ricrescono, oppure cadono; e allora è meglio, più rapido, più scottante, immaginare tutto ciò, e poi... alzarsi e andare a pisciare. Perchè senza l'istinto ci saremmo rotti le palle migliaia di anni fa.
...Ma prima ho dovuto concludere un pensiero, questo, che so già che in linea di massima è condivisibile, oppure che io stesso domani, giudicherò didascalico. E' un loop.