29 gennaio 2006

La Notte Dei Cibi Viventi

Pubblico su questo blog un racconto breve umoristico che scrissi alla ormai lontana età di 15 anni, e che fu selezionato per un concorso letterario "gastrumoristico" di un certo riguardo (si chiamava CULINARIA RISOINTERRA, credo esista ancora); non vinse nessun premio, quindi non vi aspettate un bestseller, ma avevo comunque piacere a ritirarlo fuori dal cassetto...non si sa mai...
LA NOTTE DEI CIBI VIVENTI
Eh sì, mentre erano in corso i preparativi per quello che avrebbe dovuto essere il più grande ed elegante ricevimento degli ultimi dieci anni, qualcosa di molto importante stava per accadere nelle cucine. Mentre cuochi, camerieri e inservienti di ogni genere erano impegnati in mille faccende e correvano da una parte all’altra dell’ampia cucina come topi che fuggono dai loro nemici felini, i vari piatti, le varie portate e tutte le cibarie disponibili per la grande cena, si contendevano la propria posizione nel menu e facevano scommesse su quale sarebbe stato il piatto più gradito.
-Non voglio stare al quinto posto della pagina dei dolci! - esclamò Cioccolata Maria, già sbronza per le due cucchiaiate di brandy che le avevano mescolato. - E’ il posto che ti meriti - le rispose la Marchesa al cioccolato, che, nonostante fosse decaduta come nobildolce, conservava ancora il suo secondo posto.
Il menu (che non si è mai capito se si scrive con l’accento o meno), era anche un intreccio di culture e tradizioni culinarie. Vi si incontravano cibi di tutte le razze: quella sera una Coppa Nevada discuteva della guerra fredda con un Moscovita alla Crema e un Budino alla Diplomatica, e una Pizza Capricciosa piangeva perché non le avevano fatto fare il bagno Maria. Il tripudio generale tuttavia iniziò quando cominciarono ad essere servite le prime portate: i cavoli volevano stare a merenda, i piselli facevano proposte sconce alla farfalle che in realtà erano cotte di loro, un Salamino Piccante si faceva una pera.
Due vecchie befane chiesero un “bis” e il capocuoco se la dovette prendere con un aiutante quando dal forno tirò fuori un bis-cotto e un bis-crudo.
-Ci sono prima io! - continuava a sbraitare Cioccolata Maria.
Così intervenne l’Arte Culinaria per cercare di placare gli animi. Ma nessuno le diede retta. D’altronde, fin dal nido, chiunque l’aveva presa in giro per quel nome volgare che le avevano dato:
Culinaria. Qualcuno diceva che le avevano dato quel nome per via del parto al contrario: - Forse è uscita per i piedi - mormoravano in molti.
Ma lei non ci badava, e continuava: - Il menu è ricco, c’è posto per tutti -.
C’era un pesce che stava sempre appiccicato a tutti: - Un giorno - gli dicevano - dalle tue viscere estrapoleranno la colla - e non avevano poi tutti i torti.
- Tocca ai Nasi Goren - si sentì urlare alle 21,13 ora locale - ma assicuratevi che siano soffiati -.
Quando venne il momento della degustazione dei risotti, la tensione cominciò ad aumentare perché nessuno dei convocati si era ancora presentato. Una Rosetta si offrì per sostituirli, ma le venne immediatamente impedito dalla Crema Frangipane, ben appostata dentro una bacinella da insalata.
Ad un tratto si presentò uno in un pacco. - Chi sei? - gli domandò Frangipane insospettita. - So’ Riso, un risotto a sorpresa. - In che senso a sorpresa?- domandò un panino che stava facendo il “Filone” ad una pagnotta in ciabatte. - Nel senso che mi possono cucinare in moltissimi modi. Ma quello che preferisco è il risotto Felicità, so’ Riso de nome e de fatto -.
- Non possiamo rischiare di mandare tutto a pizza e fichi! - esclamò annoiata Culinaria. - Se fallisce?-. - Potremmo mandare Mozzarella - disse qualcuno. E dalle retrovie si udì: - Ma chi se la fila! -. Allora Mozzarella, che aveva sentito tutto, si incazzò come una bufala e se la prese con due patate: - Io vi riduco in crocchette! - sbraitò indignata. Il Pollo Arrosto prese subito le loro difese: - Ora vi prendo a botte. Come le preferite di coscia o di ala? -.
Non stiamo a raccontare come finì quell’episodio. Intanto, in un altro angolo della cucina, un cameriere chiese un’insalata con-dita, e aggiunse: - Ma assicuratevi che si sia tagliata le unghie! -.
-Ma-Scarpone lo devo usare? - domandò un cuoco tutto agitato. - No, ce lo teniamo for-Maggio - rispose un cuoco inglese.
Poi entrò una giovane modella che, tutta sulle sue, protestò a lungo col capocuoco perché sosteneva che le Bavette alla pirata le erano colate addosso e che probabilmente non erano alla pirata, ma bensì alla cameriere. Un estremista di destra, razzista, un certo Biancomangiare, se la prese molto perché era stato servito Pane Integrale, un extracomunitario. - Non c’è più religione! Questi stranieri rubano il lavoro ai nostri filoni; rimetteteli nei forni! -.
Intanto in una scodella un gamberetto parlava del più e del meno con una pizza toscana: - Sai, io lavoro come esca - diceva - pratico la pesca, e tu? -, - Io fo’-caccia - gli rispose entusiasta il farinaceo.
La lite tra Cioccolata Maria e la Marchesa al cioccolato proseguiva e si faceva sempre più accesa. Maria era un tipo dolce, mentre la Marchesa era assai più amara, quasi fondente. - Basta, hai torta. Ora mettiamo te a bagno, Maria, al posto di quella Capricciosa! -.
Tra i cibi più agitati si fecero notare i funghi, in particolare i porcini che, rotolandosi nel fango, fecero una grande confusione.
I camerieri seguitavano a scorrazzare di qua e di là gridando frasi del tipo: - Di chi è questo Pinot? -, - E’ di Pino! -; oppure - Serve un paté, un paté-ma d’animo! -; o anche - Questo liquore è vecchio. E’ da così tanto tempo che è rinchiuso in quella cantina, che è diventato “etichetta nera” -. E poi: - - Mi occorre dell’aceto, non dell’acetone! -.
Qualcun altro, sotto l’effetto di qualche calmante con notevoli e catastrofici effetti collaterali, sbiascicava: - Dove avete posato le posate? - Le posate? - No, io no! - Che posate? - I coltelli -Dove? - Non ne ho la più pallida idea - E la più abbronzata? - Ma forse qualcuno era solo sbronzo. Alcuni camerieri, per sbaglio, si erano versati qualche bicchiere di troppo per sé. Ma d’altronde come si poteva biasimarli? Entrarono tutti così nel pallone quella sera, che a qualcuno sarebbe piaciuto spiccare il volo come una mongolfiera.
La cena andò avanti fino alle 23,30 , poi tornò indietro alle 22,15 quando si ricordò di aver lasciato là il portafogli.
La lite tra la Marchesa e Maria si era placata. Ora che tutto era finito si godevano i loro momenti di pace.
Tra i superstiti e gli avanzi, qualcuno troppo lento a scendere dalla lunga tavola apparecchiata, venne gettato come uno scarto in qualche secchio dell’immondizia. D’altra parte questa è la sorte di molti cibi non consumati che non raggiungono la tanto ambita pace interiore dello stomaco di qualche vecchia grassona che possa conservarli a lungo dentro di sé. Un’altra cena era passata.
Ma come in ogni racconto che si rispetti, anche breve, non può mancare un bel lieto fine. Infatti, sempre per rimanere in tema gastrumoristico, non mi rimane altro da fare se non annunciare che, come molti già sapranno, il cacio si sposò con i maccheroni ed il prosciutto con il melone.

1 commento:

Zeus ha detto...

davvero carino,
Spero che tu abbia scritto parecchio a quell'età visto che sei andato peggiorando con gli anni.
: )