La voce si spezza; la palla di piombo appesa al cuore non permette slanci della psiche o del corpo: cerchiamo di sentirla più leggera, di un’altra forma, ma non serve. L’unica certezza è che più ci sforziamo di espellerla e più essa si agita all’impazzata dentro di noi. Vorremmo che ci schiacciasse i piedi, che ci colpisse dall’esterno, e invece lei è lì, grigia, silenziosa, che oscilla dentro di noi. Dobbiamo aspettare che il tempo la frantumi in mille pezzi, e poi attendere che questi pezzi escano pian piano da noi sotto forma di parole, gesti, azioni, pensieri…cacca, magari. Forse qualche pezzettino minuscolo e appena percettibile rimarrà incastrato come una scheggia in qualche angolo remoto di noi stessi, e se ne starà là, tranquillo, finché non andremo a cercarlo. Perché il senso di colpa è un nostro giudizio sulla nostra anima, e gli piace rimanere ben aggrappato al nostro corpicino che lo ospita, a volte anche quando la colpa, fuori, si è dileguata.
1 commento:
sono incommentabile
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