Parole, riflessioni e appunti di viaggio per viaggiatori senza meta...
31 dicembre 2006
Avrei voglia di idee diverse
Spazi, quadrati, quadranti,
sullo schermo qui davanti
troppe parole senza voce,
stella fioca, poca luce.
Cosa sto raccontando?
A chi perché e quando
ho pensato di narrare,
se non riesco a decifrare?
Io non parlo, non sento
sparo alle ombre, forse;
parlo troppo, me ne pento.
Non vedo le mie risorse,
galleggiare mi fa spavento.
Avrei voglia di idee diverse.
27 dicembre 2006
A volte vorrei
A volte vorrei
l'occhio del gatto nero
che non promette grazia
a un sinistro pensiero.
Uno sguardo
semplice ma severo.
(Tratto da Quadri senza figure, raccolta di poesie di Loredana Scaramella, Serarcangeli Editore)
25 dicembre 2006
Prima dell'antivigilia
racconto di Erica Ghini
19 dicembre 2006
Merlino
Il ritorno a Demezia
(da La magia di Stonehenge, romanzo di Luisa Mattia, edizioni e/o)
04 dicembre 2006
after the funeral
MICHAEL: But you quit when you met me.
CLAIRE: They always say you never quit.
MICHAEL: It doesn't matter.
CLAIRE: You just take breaks. You can take the longest breaks but then one day you just need to smoke.
MICHAEL: I love you, Claire. Can you hear me? I said, I love you.
Words from After the funeral by Christopher Sean Larsen
12 novembre 2006
28
Come posso ritrovare la mia pace
se il ristoro del sonno mi è negato?
Se l'affanno del giorno non riposa nella notte
ma giorno da notte è oppresso e notte da giorno?
Ed entrambi, anche se l'un l'altro ostili,
d'accordo si dan mano solo per torturarmi
l'uno con la fatica, l'altra con l'angoscia
di esser da te lontano, sempre più lontano.
Io dico al giorno, per compiacerlo, che sei luce
e gli dai grazia quando le nubi oscurano il cielo;
così lusingo la notte cupa,
che quando le stelle splendenti non fanno capolino,
sei tu a illuminare la sera.
Ma il giorno ogni giorno prolunga la mia pena,
e la notte ogni notte aumenta il mio dolore.
William Shakespeare, Sonetti
31 ottobre 2006
Exhibition n.1
(A. Salvati, E42, da The Album Part 1)
26 ottobre 2006
27
Sfinito dalla fatica, mi affretto al mio letto,
il caro riposo per le membra stanche del viaggio,
ma allora un altro viaggio mi comincia nella testa,
e lavora la mia mente, quando è finito il lavoro del corpo.
Allora i miei pensieri, di là lontano dove mi trovo,
verso di te fanno un devoto pellegrinaggio,
e tengono spalancate le mie palpebre pesanti,
a guardare la tenebra che vedono i ciechi.
Senonché la vista immaginaria della mia anima
presenta al mio sguardo cieco la tua ombra,
che, come un gioiello appeso alla notte spettrale,
fa la nera notte bella e il suo vecchio volto nuovo.
Così di giorno le mie membra, di notte la mia mente,
per causa tua, e mia, non trovano quiete.
William Shakespeare, Sonetti
19 ottobre 2006
Ho voglia di fare a botte con qualcuno
Ho voglia di fare a botte con qualcuno. Tanti cazzotti, un calcio piazzato ben bene tra i denti, che faccia zampillare fuori sangue a volontà. Il mio pugno destro che rimodella la guancia sinistra di uno di quei teppistelli del cazzo figli della merda televisiva che deturpa l’etere da vent’anni; “non sanno quello che fanno…” – me ne fotto, inizino ad impararlo! Il mio piede sinistro che toglie il respiro ad uno di quei giornalisti cronisti televisivi che non hanno mai fatto una domanda “scomoda” a un potente, e si sentono tanto super partes in qualsiasi situazione – hanno la coscienza sporca come un ladro o un assassino -, lo colpisco al basso ventre evidenziando così quello che non ha… Il mio cranio che si schianta come un lapillo sul naso di uno di quei politicanti di merda che trovano le loro sporche propagande e diatribe varie ed eventuali più importanti anche della vita stessa: il mantenimento del potere prima di tutto, costi quel che costi… purtroppo le catastrofi derivanti dalle “politiche sbagliate” non colpiscono mai loro. Uno sputo carico di muco e catarro in faccia a tutti quelli che si mettono la dignità sotto i piedi, e mercificano i propri o altrui drammi. Ho una terribile propensione alla violenza; con chi potrei sfogarla? I cacciatori, che nel 2006 hanno ancora il coraggio di uccidere un animale indifeso “per sport”; i pedofili e gli stupratori, disumani e intollerabili, valgono un qualsiasi carnefice; il presidente degli Stati Uniti e chi come lui pensa che quello statunitense sia un popolo superiore, schiavi di televisione, ignoranza e globalizzazione; i magnate del petrolio e tutti quelli che nel corso degli anni hanno impedito lo sviluppo e l’applicazione di forme energetiche alternative, uccidono più loro di una qualsiasi calamità naturale. Ho voglia di darle di sana pianta a qualcuno, di stenderlo a terra con una caterva di colpi, a mani nude, alla pari. Voglio uno scontro. Non un semplice sfogo, un percorso. L’istinto primordiale che si scatena per non farsi sopraffare dagli eventi. Solo un temporale può fermarmi.
01 ottobre 2006
Storie di ordinaria follia #2
(tratto dall'opera teatrale Storie di ordinaria follia, di Petr Zelenka)
30 settembre 2006
Storie di ordinaria follia
(tratto dall'opera teatrale Storie di ordinaria follia, di Petr Zelenka)
27 agosto 2006
Croazia estate 2006
23 luglio 2006
...cosa abbiamo imparato...
"Anche io ho scoperto un sacco di cose, e leggendo ho pensato che probabilmente è proprio questo momento della vita, un po' per tutti noi, a darci mille spunti di riflessione. Mi ritrovo in tantissime delle cose che hai elencato, ma sono più ottimista di te, senza dubbio...forse sbagliando. Penso che le persone ti possano spesso sorprendere, nel bene e nel male. Che essere corretti fa bene di per sé, a prescindere da quanto ti venga riconosciuto. E poi ci sono un sacco di altre cose, magari banali, ma che uno spesso si dimentica. Anch'io penso che, soprattutto a questa età, si debba fare fare fare. Poi so che guardando il cielo mi sento in pace con me stesso, che molte volte faccio delle cose perchè piacciono agli altri ma non a me, che prosciutto crudo e mozzarella spaccherà sempre. Che il rapporto con mio fratello sta migliorando nel tempo, che non porterò mai orologi da polso, che, anche per me, troppe poche ragazze, che la timidezza è bellissima perchè nel momento in cui riesci a superarla ti senti un dio e non c'è droga che regga il paragone. Che la musica può cambiarti la vita, tutta. Che mi piace la birra ghiacciata, che non prenderò mai droghe pesanti, che mi piace troppo scrivere ma vorrei essere più ordinato e più metodico nel farlo. Che vorrei parlare di più, di cose importanti, aprirmi di più con le persone, che mi emoziono quando riesco a farlo. Che sono troppo contento del lavoro che voglio fare, e sono ottimista, anche in questo caso...io lo farò. Che ripensare alle persone che non vedo più da tanto mi aiuta ad esistere oggi, che bisogna cercare di non dimenticare mai come eravamo e cosa abbiamo fatto, che un gesto anche piccolo può fare breccia nel cuore degli altri, che le mie radici me le voglio tenere sempre strette, mi servono a cibarmi e a cibare le foglie nuove del mio albero. Che tante volte vorrei vivere in un bosco tutto l'anno, e stare con le persone a cui voglio bene tutto il giorno, per parlarci, discutere, litigare, fare la pace...e poi, ogni tanto, perdermi da solo nel bosco, e arrampicarmi sull'albero più alto per capire fino a dove sono arrivato.
Grazie Dan"
pubblicato su questo blog il 22/07
Grazie...
Sorriso sognante:
- O la felicità dell'alba, i giorni in cui l'idea ti fa saltar giù dal letto... Perché non è il gallo a svegliarti, né il camion della spazzatura... Non è neppure la prospettiva del premio o l'ambizione di lasciare una traccia... E' l'urgenza di quel piccolo tocco di scalpello a cui pensavi quando ti sei addormentato... quella pennellata di ocra rosso all'angolo destro della tua tela, lassù in cima... Ecco cosa ti fa saltar giù dal letto! Il suono inebriante di una nota, che cambierà tutto... un nonnulla in punta di penna, forse una virgola, una semplice virgola... una sfumatura essenziale... il minuscolo dell'opera... una cosa da niente... solo la necessità... Dio mio, la bellezza di quelle mattine necessarie, nella casa addormentata... [...]
Tratto da Grazie di Daniel Pennac (2004)
15 luglio 2006
IMPRESSIONANTE: il cervello
Sneocdo uno sdtiuo dlel'Untisverià di Cadmbrige, non irmptoa cmoe
snoo sctrite le plaroe, tutte le letetre posnsoo esesre al pstoo
sbgalaito, è ipmtortane sloo che la prmia e l'umltia letrtea saino
al ptoso gtsiuo, il rteso non ctona. Il cerlvelo è comquune semrpe
in gdrao di decraifre tttuo qtueso coas, pcheré non lgege ongi
silngoa ltetrea, ma lgeg.
13 luglio 2006
10 luglio 2006
24 giugno 2006
Appunti sul treno - ore 21.28
...
Sono stanco, sudato, mi sento sporco, e devo andare a cagare da circa tre ore (non mi sono ancora imbattuto in un bagno degno di questo nome!)... eppure sto benissimo. Sento le mie difese abbassate, i miei nervi pronti. Penso che in questo momento potrei affrontare qualsiasi tipo di situazione (forse anche una cena di gala). Sto bene perchè mi sento vivo, attivo, non ho niente da perdere. Chiedetemi pure di lanciare un urlo tra la folla alla stazione, non mi sentirò un "fuckin' loser" del cazzo, semmai il vincitore della sfida con me stesso. Non mi resta che fare un respiro profondissimo, che renda ciclopico il mio tronco esile, e sentirmi di nuovo nudo e avvinghiato alla terra. Solo così potrò sfruttare le ali colorate e sottili che mi sono spuntate una mattina sulla schiena. Solo così potrò volteggiare tra un polline e l'altro e respirare almeno qualche soffio di vita a pieni polmoni.
...
23 maggio 2006
17 maggio 2006
02 maggio 2006
Un pomeriggio di fine aprile
26 aprile 2006
Come mi piace
ROSALINDA Mi dicono che siete un tipo un po' depresso.
JAQUES E' così. Preferisco lo spleen alla risata.
ROSALINDA Sì, però chi eccede nell'uno e nell'altro lato, è gente detestabile. Si espone ogni momento agli appunti più squallidi, peggio degli ubriaconi.
JAQUES Ma no, no, triste è bello, e tenerselo in sé.
ROSALINDA Allora è bello pure essere un palo.
JAQUES Nota bene, io non ho la tristezza del dotto, che poi è invidia. Non ho quella del musicista, che è un po' roba da matti. Né quella del cortigiano, che è pura arroganza. Né del soldato, che è ambizione. Né del magistrato, che è una tristezza diplomatica. Né quella della signora, pura civetteria. E neanche quella dell'innamorato, che è un po' tutto assieme. La mia è una tristezza solo mia, composta di molti ingredienti estratti da molti dati, ed è per l'esattezza la somma delle riflessioni che ho fatto durante i miei viaggi, nei quali un ruminar ricorrente m'avvoltola in una molto stramba tristezza.
ROSALINDA Siete un viaggiatore! Sfido che avete titoli ad essere triste! Magari avete venduto le vostre terre per vedere quelle degli altri. E poi, chi molto vede e nulla stringe è come chi ha occhi ricchi e mani vuote.
22 aprile 2006
Cerca di essere felice
01 aprile 2006
Pensieri didascalici
23 marzo 2006
UN IMPIEGATO INNAMORATO
Insomma, tu sei sempre felice di vedermi, io invece provo nei tuoi confronti quasi un senso di indifferenza, e mi rendo conto di avere con te un atteggiamento freddo, anche se tu, carinamente, non me lo fai mai notare. Forse ti ho sottovalutato, forse mi conosci già così bene da sapere che sono fatto così, che mi distraggo e mi perdo nei miei pensieri assai di frequente. Se fosse così vorrebbe dire che sei davvero un genio e, soprattutto, la mia anima gemella. Oppure sei semplicemente stupida. Perdonami ma è il pensiero che mi passa più frequentemente nella testa mentre ti ho di fronte. Oramai ci frequentiamo tutti i giorni da quasi un mese, e ci vediamo quasi sempre alla stessa ora. Io sto imparando a conoscere le tue abitudini, e tu le mie. Perché ho l’impressione che con me tu abbia sempre lo stesso atteggiamento, a prescindere da quello che ci succede? Non ho ancora conosciuto un tuo stato d’animo diverso da quello che avevi quando ci siamo visti per la prima volta. Quando ci vediamo abbiamo sempre qualcuno intorno, non riusciamo mai ad avere un momento di maggiore intimità. Non mi permetti di guardarti dentro, di assaporare tutto di te; come pretendi che io mi apra nei tuoi confronti? Forse sono io a toccare i tasti sbagliati…o forse è proprio questo che vuoi. Probabilmente a te sta bene mantenere la situazione invariata, lasciare le cose come stanno.
Cosa c’è? Hai paura di perdere qualcosa di importante? Beh, lasciatelo dire: non so se sia giusto, ma tante altre, per fortuna, non hanno bisogno di pensarci su per così tanto tempo e non si fanno tutti questi scrupoli! Insomma, non mi sembra mica di chiedere la luna, cazzo! Non pretendo chissà quale dose di dolcezza, ma penso che nella tua posizione sia un gesto dovuto, da parte tua. E smettila di fissarmi con quello sguardo da ebete!
Senti, sarò forse brutale, e tu ci rimarrai male, ma ho capito che se non puoi o non vuoi darmi quello che cerco, qualunque sia il motivo, ti devo lasciare. E’ l’unica. Perdonami, sento di dovermi comportare in maniera risoluta, almeno in questa situazione. Per cui non prendertela, comunque andranno le cose. Magari continueremo a vederci, rimarremo “buoni amici”, come si usa dire in questi casi; continuerò a passarti davanti, anche tutti i giorni, e tu starai là a guardarmi, a ripensare ad un rapporto che è finito senza un vero perché… No, aspetta. Io lo so benissimo il perché. Tutto è cominciato quando ho toccato il tasto dolente. Tu dicevi che ti eri rotta…che bisognava attendere…che qualcosa si era inceppato…Beh, sai che c’è di nuovo? Sono io che mi sono rotto! Sei davvero una mentecatta, ecco quello che sei. La tua vita continuerà ad essere piatta ed emozionalmente deprimente per sempre, e non riuscirai a trascinarmi nel tuo mondo grigio e freddo. Mi sono davvero rotto le palle di aspettare, tra noi è tutto finito! Addio.
(Qualche istante più tardi, dopo essersi frugato nelle tasche) Ehi, un momento, aspetta…Non può finire così. Io devo riavere i miei soldi! Si, hai capito bene, i miei fottutissimi cinquanta centesimi. E smettila di lampeggiare, non ci crede più nessuno al numero verde dell’assistenza. Ridammi la mia monetina! Ridammi i miei soldi o sarò costretto a percuoterti! (Urlando) Assistenza! Assistenza!...Ho bisogno di aiuto! (Accasciandosi a terra) Non può finire così. Non può finire così ancora una volta… Preso in giro in questo modo! Da una stupida macchinetta del caffè…
Melanconia per personaggi cechoviani
18 marzo 2006
Buoni propositi
11 marzo 2006
Considerazioni sul senso di colpa...
Considerazioni sul presentimento...
E' come un sesto senso: una saetta che colpisce l'uomo-parafulmine nella sua mente, e prende il sopravvento sugli altri cinque sensi.
Alla base del presentimento c'è una speranza, un'idea rivelata che tende alla concretezza di un fatto.
05 marzo 2006
Considerazioni sul vuoto...
Non bianco, non nero, ma grigio.
Il vomito genera il vuoto, un muro abbattuto genera il vuoto.
Il vuoto è spazio: lo spazio tra le corde e il suono, lo spazio per fare una scelta.
19 febbraio 2006
In un sabato domenicale
E quando si assottiglierà
quello strato di polvere
che ricopre la memoria,
usciranno fuori tutti:
gli amici, gli amici del cuore, i nemici;
i maestri, gli insegnanti;
gli amori, i disamori;
le fortune, gli sgambetti della sorte,
le parole sciagurate, le illusioni,
il tè freddo, il tè caldo;
i parenti, i conoscenti, gli sconosciuti,
i giorni nei quali è rimasta
una piccola, sfuggente traccia di me.
12 febbraio 2006
Ho intravisto sedie volteggiare nell'aria
e per ognuna ho immaginato chi si alza e chi si siede,
chi ha ballato, cantato, suonato,
osato infrangere il muro del buio.
E ho capito, laconico, che se la libertà è partecipazione,
io voglio essere un petalo, e volteggiare...
29 gennaio 2006
La Notte Dei Cibi Viventi
-Non voglio stare al quinto posto della pagina dei dolci! - esclamò Cioccolata Maria, già sbronza per le due cucchiaiate di brandy che le avevano mescolato. - E’ il posto che ti meriti - le rispose la Marchesa al cioccolato, che, nonostante fosse decaduta come nobildolce, conservava ancora il suo secondo posto.
Il menu (che non si è mai capito se si scrive con l’accento o meno), era anche un intreccio di culture e tradizioni culinarie. Vi si incontravano cibi di tutte le razze: quella sera una Coppa Nevada discuteva della guerra fredda con un Moscovita alla Crema e un Budino alla Diplomatica, e una Pizza Capricciosa piangeva perché non le avevano fatto fare il bagno Maria. Il tripudio generale tuttavia iniziò quando cominciarono ad essere servite le prime portate: i cavoli volevano stare a merenda, i piselli facevano proposte sconce alla farfalle che in realtà erano cotte di loro, un Salamino Piccante si faceva una pera.
Due vecchie befane chiesero un “bis” e il capocuoco se la dovette prendere con un aiutante quando dal forno tirò fuori un bis-cotto e un bis-crudo.
-Ci sono prima io! - continuava a sbraitare Cioccolata Maria.
Così intervenne l’Arte Culinaria per cercare di placare gli animi. Ma nessuno le diede retta. D’altronde, fin dal nido, chiunque l’aveva presa in giro per quel nome volgare che le avevano dato:
Culinaria. Qualcuno diceva che le avevano dato quel nome per via del parto al contrario: - Forse è uscita per i piedi - mormoravano in molti.
Ma lei non ci badava, e continuava: - Il menu è ricco, c’è posto per tutti -.
C’era un pesce che stava sempre appiccicato a tutti: - Un giorno - gli dicevano - dalle tue viscere estrapoleranno la colla - e non avevano poi tutti i torti.
- Tocca ai Nasi Goren - si sentì urlare alle 21,13 ora locale - ma assicuratevi che siano soffiati -.
Quando venne il momento della degustazione dei risotti, la tensione cominciò ad aumentare perché nessuno dei convocati si era ancora presentato. Una Rosetta si offrì per sostituirli, ma le venne immediatamente impedito dalla Crema Frangipane, ben appostata dentro una bacinella da insalata.
Ad un tratto si presentò uno in un pacco. - Chi sei? - gli domandò Frangipane insospettita. - So’ Riso, un risotto a sorpresa. - In che senso a sorpresa?- domandò un panino che stava facendo il “Filone” ad una pagnotta in ciabatte. - Nel senso che mi possono cucinare in moltissimi modi. Ma quello che preferisco è il risotto Felicità, so’ Riso de nome e de fatto -.
- Non possiamo rischiare di mandare tutto a pizza e fichi! - esclamò annoiata Culinaria. - Se fallisce?-. - Potremmo mandare Mozzarella - disse qualcuno. E dalle retrovie si udì: - Ma chi se la fila! -. Allora Mozzarella, che aveva sentito tutto, si incazzò come una bufala e se la prese con due patate: - Io vi riduco in crocchette! - sbraitò indignata. Il Pollo Arrosto prese subito le loro difese: - Ora vi prendo a botte. Come le preferite di coscia o di ala? -.
Non stiamo a raccontare come finì quell’episodio. Intanto, in un altro angolo della cucina, un cameriere chiese un’insalata con-dita, e aggiunse: - Ma assicuratevi che si sia tagliata le unghie! -.
-Ma-Scarpone lo devo usare? - domandò un cuoco tutto agitato. - No, ce lo teniamo for-Maggio - rispose un cuoco inglese.
Poi entrò una giovane modella che, tutta sulle sue, protestò a lungo col capocuoco perché sosteneva che le Bavette alla pirata le erano colate addosso e che probabilmente non erano alla pirata, ma bensì alla cameriere. Un estremista di destra, razzista, un certo Biancomangiare, se la prese molto perché era stato servito Pane Integrale, un extracomunitario. - Non c’è più religione! Questi stranieri rubano il lavoro ai nostri filoni; rimetteteli nei forni! -.
Intanto in una scodella un gamberetto parlava del più e del meno con una pizza toscana: - Sai, io lavoro come esca - diceva - pratico la pesca, e tu? -, - Io fo’-caccia - gli rispose entusiasta il farinaceo.
La lite tra Cioccolata Maria e la Marchesa al cioccolato proseguiva e si faceva sempre più accesa. Maria era un tipo dolce, mentre la Marchesa era assai più amara, quasi fondente. - Basta, hai torta. Ora mettiamo te a bagno, Maria, al posto di quella Capricciosa! -.
Tra i cibi più agitati si fecero notare i funghi, in particolare i porcini che, rotolandosi nel fango, fecero una grande confusione.
I camerieri seguitavano a scorrazzare di qua e di là gridando frasi del tipo: - Di chi è questo Pinot? -, - E’ di Pino! -; oppure - Serve un paté, un paté-ma d’animo! -; o anche - Questo liquore è vecchio. E’ da così tanto tempo che è rinchiuso in quella cantina, che è diventato “etichetta nera” -. E poi: - - Mi occorre dell’aceto, non dell’acetone! -.
Qualcun altro, sotto l’effetto di qualche calmante con notevoli e catastrofici effetti collaterali, sbiascicava: - Dove avete posato le posate? - Le posate? - No, io no! - Che posate? - I coltelli -Dove? - Non ne ho la più pallida idea - E la più abbronzata? - Ma forse qualcuno era solo sbronzo. Alcuni camerieri, per sbaglio, si erano versati qualche bicchiere di troppo per sé. Ma d’altronde come si poteva biasimarli? Entrarono tutti così nel pallone quella sera, che a qualcuno sarebbe piaciuto spiccare il volo come una mongolfiera.
La cena andò avanti fino alle 23,30 , poi tornò indietro alle 22,15 quando si ricordò di aver lasciato là il portafogli.
La lite tra la Marchesa e Maria si era placata. Ora che tutto era finito si godevano i loro momenti di pace.
Tra i superstiti e gli avanzi, qualcuno troppo lento a scendere dalla lunga tavola apparecchiata, venne gettato come uno scarto in qualche secchio dell’immondizia. D’altra parte questa è la sorte di molti cibi non consumati che non raggiungono la tanto ambita pace interiore dello stomaco di qualche vecchia grassona che possa conservarli a lungo dentro di sé. Un’altra cena era passata.
Ma come in ogni racconto che si rispetti, anche breve, non può mancare un bel lieto fine. Infatti, sempre per rimanere in tema gastrumoristico, non mi rimane altro da fare se non annunciare che, come molti già sapranno, il cacio si sposò con i maccheroni ed il prosciutto con il melone.
28 gennaio 2006
Mama Nonmama
ma mi sembra sera buona per comprare fiori da cortile.
Gioco a mama nonmama, non sono di compagnia,
chiedo alla nuova luna la luce per guardare il buio con fantasia.
Dove corre la gente nella bocca del destino
regalando la sua mente al potere più vicino...
Non so dove sto andando
ma so che ci sto andando
cammino contromano
cieco e sordo al richiamo
della voce del padrone,
della pubblica opinione.
Non so dove sto andando
ma so che ci sto andando
ma so che ci sto andando.
La mia pelle soltanto nelle braccia di un amore
mai sbiadita in una divisa o in un campo a fare il girasole.
Fermati viso bianco la storia ricorderà
la mano che semina il grano, non quella dell' avidità.
Non so dove sto andando
ma so che ci sto andando
cammino contromano
cieco e sordo al richiamo
delle facili occasioni,
delle pene, dei perdoni.
Non so dove sto andando
ma so che ci sto andando
non so dove sto andando
ma so che ci sto andando
ma so che ci sto andando.
Bandabardò, dall'album Tre passi avanti, 2004
Proverbio nigeriano
Non camminare dietro a me, potrei non guidarti.
Cammina di fianco a me e sii mio amico.
Un amico è qualcuno che conosce la melodia del tuo cuore
e te la canta quando tu ti sei dimenticato le parole.
Lezioni d'inglese/English lessons
Per i principianti:
For beginners
"Tre streghe guardano 3 orologi Swatch. Quale strega guarda quale orologio swatch?"
Ed ora ripetete ad alta voce la traduzione in Inglese
Try to say :
"Three witches watch three Swatch watches. Which witch watch which Swatch watch?"
Per gli esperti:
For experts
"Tre streghe svedesi e transessuali guardano i pulsanti di 3 orologi svizzeri Swatch. Quale strega (svedese e transessuale) guarda qualepulsante di quale orologio svizzero Swatch?"
Ed in Inglese (sempre ad alta voce) :
Now try to say:
"Three Swedish switched witches watch three Swiss Swatch watch switches. Which Swedish switched witch watch which Swiss Swatch watch Switch?"
Adesso potete pulire lo schermo del vostro computer...
Now you can clean your pc's screen...
23 gennaio 2006
Super Pollo: cos'è?
Cercando in giro per il web saltano fuori diverse esperienze di Super Polli...queste (un sito e un blog) sono solo esempi delle infinite e incommensurabili forze occulte del Super Pollo...
http://dominionrd.blogspot.com/2005/01/super-pollo.html
www.superpollo.cl
CL=???
Super Pollo è nei menù, nei fumetti, nella cronaca, nell'industria polliera (nell'allevamento)...e dove meno ve lo aspettate...!
18 gennaio 2006
Chagall...
Chagall… è un nome che suona strano, ma forse qualcuno lo ha già sentito. Marc Chagall, autentico ebreo (bielo)russo è stato uno dei più grandi pittori del secolo scorso, il secolo dei vostri genitori, nonni, bisnonni. È vissuto quasi cento anni (dal 1887 al 1985)!!!, dipingendo sempre in modo strano e originale, allegro e divertente, affermandosi come uno degli artisti di maggior rilievo del Surrealismo.
"E quali che fossero le tragiche intonazioni che risuonassero nell’arte di Marc Chagall, lui conservò, sempre, la profonda convinzione che il mondo, alle origini, fosse splendido e buono nei confronti dell’uomo". (Julia Stepanez)
(Nell'immagine: La passeggiata, dipinto ad olio su tela di cm 170 x 163,2 realizzato dal pittore tra il 1917 ed il 1918. È conservato al Museo di Stato Russo di San Pietroburgo.
Il soggetto è un'inverosimile passeggiata romantica dei due innamorati - Chagall e la moglie - nel verde delle campagne fuori Vitebsk, durante un picnic).
L'amore per Dino
ti ho sempre tra i pensieri, ricorDino
Amo le tue dolci mani, contaDino
bramo le tue lisce superfici, comoDino
Tu soddisfi a pieno la mia sete, lavanDino
sei l'immagine bucolica della mia vita, giarDino
Ma la mia poesia, lo sai, è piu' bella...RiccarDino!
Elisa
14 gennaio 2006
Amore e odio
Bisognerebbe cercare di amare cinque cose alla volta, a rotazione, e lo stesso vale per le cose che odiamo: non più di cinque alla volta. Mi sembra una cifra ragionevole; né troppe da farti perdere l’attenzione su ogni singola cosa, né troppe poche da farti annoiare e pensare che la vita ti riserva poche sorprese.
(Testo: Riccardo Sinibaldi, immagin-art: Andrea Cioffi)
La cosa più ingiusta della vita
Voglio dire: la vita è dura e impiega la maggior parte del
nostro tempo... Cosa ottieni alla fine? La morte. Che significa!
Che cos'è la morte? Una specie di bonus per aver vissuto?
Credo che il ciclo vitale dovrebbe essere del tutto rovesciato.
Bisognerebbe iniziare morendo, così ci si leva subito il pensiero.
Poi, in un ospizio dal quale si viene buttati fuori perchè troppo giovani.
Ti danno una gratifica e quindi cominci a lavorare per quarant'anni,
fino a che sarai sufficientemente giovane per goderti la pensione.
Seguono, feste, alcool, erba ed il liceo.
Finalmente cominciano le elementari, diventi bambino,
giochi e non hai responsabilità.
Diventi un neonato, ritorni nel ventre di tua madre,
passi i tuoi ultimi nove mesi galleggiando,
e finisci il tutto con un bell'orgasmo!
Woody Allen
Pensieri volatili
la pelle di una giovane,
Chi non si stupisce della fresca trasparenza della vista,
ove la luce si fonde con l’aria,
Chi nell’aria non può distinguere la verità di legno e polvere,
il teatro ed il caffè tostato
Chi non ha mai scorto la strada del suono,
la musica dal nulla della quiete corre vibrando tutt’intorno
Chi non ha mai sentito il sapore,
la ciliegia e la ghianda
Chi racconta una storia,
dietro la tenda, pensieri volatili.
12 gennaio 2006
L'amore per Gina
BENVENUTI
Benvenuti a bordo