31 ottobre 2006

Exhibition n.1

Puoi nasconderti se vuoi puoi truccarti gli occhi puoi restare chiuso in casa attivare i contatti puoi ascoltare in silenzio per ore puoi urlare fino a star male e puoi chiederci perdono senza mai dimenticare che non puoi fingere non puoi più fingere perché non puoi più fingere non puoi più fingere perché non hai più tempo non hai più tempo



(A. Salvati, E42, da The Album Part 1)

26 ottobre 2006

27



Sfinito dalla fatica, mi affretto al mio letto,

il caro riposo per le membra stanche del viaggio,

ma allora un altro viaggio mi comincia nella testa,

e lavora la mia mente, quando è finito il lavoro del corpo.

Allora i miei pensieri, di là lontano dove mi trovo,

verso di te fanno un devoto pellegrinaggio,

e tengono spalancate le mie palpebre pesanti,

a guardare la tenebra che vedono i ciechi.

Senonché la vista immaginaria della mia anima

presenta al mio sguardo cieco la tua ombra,

che, come un gioiello appeso alla notte spettrale,

fa la nera notte bella e il suo vecchio volto nuovo.

Così di giorno le mie membra, di notte la mia mente,

per causa tua, e mia, non trovano quiete.

William Shakespeare, Sonetti

19 ottobre 2006

Ho voglia di fare a botte con qualcuno



Ho voglia di fare a botte con qualcuno. Tanti cazzotti, un calcio piazzato ben bene tra i denti, che faccia zampillare fuori sangue a volontà. Il mio pugno destro che rimodella la guancia sinistra di uno di quei teppistelli del cazzo figli della merda televisiva che deturpa l’etere da vent’anni; “non sanno quello che fanno…” – me ne fotto, inizino ad impararlo! Il mio piede sinistro che toglie il respiro ad uno di quei giornalisti cronisti televisivi che non hanno mai fatto una domanda “scomoda” a un potente, e si sentono tanto super partes in qualsiasi situazione – hanno la coscienza sporca come un ladro o un assassino -, lo colpisco al basso ventre evidenziando così quello che non ha… Il mio cranio che si schianta come un lapillo sul naso di uno di quei politicanti di merda che trovano le loro sporche propagande e diatribe varie ed eventuali più importanti anche della vita stessa: il mantenimento del potere prima di tutto, costi quel che costi… purtroppo le catastrofi derivanti dalle “politiche sbagliate” non colpiscono mai loro. Uno sputo carico di muco e catarro in faccia a tutti quelli che si mettono la dignità sotto i piedi, e mercificano i propri o altrui drammi. Ho una terribile propensione alla violenza; con chi potrei sfogarla? I cacciatori, che nel 2006 hanno ancora il coraggio di uccidere un animale indifeso “per sport”; i pedofili e gli stupratori, disumani e intollerabili, valgono un qualsiasi carnefice; il presidente degli Stati Uniti e chi come lui pensa che quello statunitense sia un popolo superiore, schiavi di televisione, ignoranza e globalizzazione; i magnate del petrolio e tutti quelli che nel corso degli anni hanno impedito lo sviluppo e l’applicazione di forme energetiche alternative, uccidono più loro di una qualsiasi calamità naturale. Ho voglia di darle di sana pianta a qualcuno, di stenderlo a terra con una caterva di colpi, a mani nude, alla pari. Voglio uno scontro. Non un semplice sfogo, un percorso. L’istinto primordiale che si scatena per non farsi sopraffare dagli eventi. Solo un temporale può fermarmi.

01 ottobre 2006

Storie di ordinaria follia #2

PETR: Una sola volta ho provato a tenermi una donna, e non ci sono riuscito; ma non possiamo permettere che le donne ci portino alla follia. Papà, se volessi dirmi qualcosa, anche tu puoi farlo. Mamma, papà ti lascia per un'altra donna e l'unica cosa che ti tormenta è che non riesci a consigliarlo nella maniera giusta! Sei strana, mamma. La nostra famiglia ha perso senso perchè era fondata sui buoni consigli, anziché sull'amore. Una persona ha bisogno di un consiglio o d'amore. Però: può una persona che ti ama consigliarti male? Questo è il problema. Ha valore un buon consiglio di una persona che non ti ama? Questo è un altro problema. Non ci sono che problemi. In ogni caso, la cosa più importante è rimanere se stessi. Nessuno ha bisogno del tuo sangue né dei tuoi consigli! Papà ti lascia perché tu non gli vuoi bene: ne hai fatto un uomo solo ed ora giochi a fare la donna comprensiva che lo capisce. La gente normale deve compensarsi, voi invece è come se vi foste sempre sottratti. Vi ho voluto bene, ma separatamente. Tu pensi che sono pazzo. I ritagli di giornale non li ho buttati e basta. Non so il perché. Perché sono una spugna. Bevo perchè non ho la forza di buttarli; non ho una donna che mi aiuti a farlo! Non ho una madre che mi consigli dove farlo, quando farlo! Fino ad ora mi son tormentato per ogni cosa. Adesso voglio provare a prendere quello che mi succede intorno come ispirazione. Voglio provare a scrivere poesie. Ogni persona che incontrerò sarà una poesia diversa. Sono a un bivio. E allora? Vorrà dire che sono a un bivio. Chi non è a un bivio?

(tratto dall'opera teatrale Storie di ordinaria follia, di Petr Zelenka)