REQUIEM per la Cultura e lo Spettacolo italiani
Roma, 30 marzo, Piazza Farnese dalle 16 alle 19.
Al nostro Requiem per la cultura e lo spettacolo italiani parteciperà il mondo del teatro e quello del cinema, della musica e della danza, del circo e del teatro di strada, della letteratura, della scuola e della ricerca.
Solidali e uniti nel rivendicare ciò che in un qualsiasi altro Paese civile viene normalmente difeso: il diritto alla cultura!
Per i governanti italiani il sostegno della cultura equivale ad un atto di assistenzialismo, mentre il contributo statale per la sostituzione di un elettrodomestico seminuovo è considerato un incentivo economico.
I tagli drastici alla cultura non sono mai il frutto di scelte casuali e chi li pratica conosce bene il rischio di dover governare un popolo colto.
Un popolo che legge e che va al cinema e a teatro, che ascolta la musica, che studia e fa ricerca è un popolo che sa scegliere, che partecipa, che giudica, che non accetta di ridursi a una plebe passiva di consumatori.
E' soprattutto un popolo che sa difendere, insieme con la cultura, la propria identità e la democrazia.
Nei Paesi civili, qualunque sia il colore del governo e l’entità della crisi economica, nessuno si sognerebbe mai di penalizzare la cultura. Perché, nei Paesi civili, la cultura è considerata una priorità, un bene da difendere e incrementare, alla pari con la sanità, con i trasporti, la viabilità e tutto il resto.
La Storia ci indica che solo i regimi antidemocratici temono e mortificano la cultura.
Il mondo della cultura e dello spettacolo vuole esistere e resistere per non dover celebrare, dopo il Requiem per la Cultura italiana, anche il Requiem della Libertà. Amen.